Sto dicendo che non saprai mai se hai fatto la scelta sbagliata. Avresti bisogno di conoscere tutti i fatti in anticipo, e l’unico modo per disporre di tutti i fatti è essere in due posti nello stesso momento, ma è impossibile.

Quante volte, in questi miei 45 anni, mi sono fermata a pensare come sarebbe andata la mia vita se quella volta avessi fatto così, o se quell’altra volta avessi preso quell’altra decisione.

Per esempio, dove sarei adesso se nel 1994 non avessi deciso di trasferirmi a Milano? E se nel 1996 me ne fossi andata in Spagna con l’allora fidanzato madrileno? E se, sempre nel 1996, non avessi inviato il curriculum per un lavoro stagionale che dura tutt’ora?

Ci penso spesso e mi ritrovo ad immaginare ad occhi aperti altre possibili vite e a chiedermi se in quelle vite lì potrei essere felice di più, di meno o tanto quanto sono felice adesso.

La risposta non c’è, non ci sarà mai, ma le possibilità di immaginare altre strade sono infinite e, dopo aver letto questo libro, continuerò ancora a fare il gioco del se fosse e a pensarmi diversa da come sono oggi.

Quello che ha fatto Paul Auster, con 4 3 2 1, è stato proprio realizzare l’immaginazione del se fosse e andare fino in fondo, arrivare là dove i miei sogni ad occhi aperti non hanno la capacità di arrivare.

Paul Auster parte da una storia unica ed irripetibile, la nascita di Archie Ferguson, primo e solo figlio di Rose e Stanley, per poi dipanare quattro strade diverse, le quattro possibili e verosimili vite di Archie, che, comunque vadano, incrociano sempre quella di Amy, presenza costante e fondamentale.

Le vite di Archie Ferguson, che si stagliano sullo sfondo di un’America nel pieno di un’epoca rivoluzionaria, un’America alle prese con la Guerra Fredda, il Vietnam, la lotta per i diritti civili, le battaglie contro la discriminazione razziale, l’assassinio di Kennedy, le rivolte studentesche, il primo allunaggio, gli orrori della setta di Charles Manson, ma anche su quello di una Parigi nel pieno del suo fascino bohémien, mi hanno decisamente fatto compagnia durante questo periodo.

Mi sono ritrovata più volte a pensare con lui, soffrire con lui, gioire, interrogarmi sul senso della vita, assistere agli eventi della storia, con un coinvolgimento tale da pensare di essere proprio lì, in quel momento, in quel preciso luogo.

La scrittura di Paul Auster è una delle cose più belle in cui mi sia imbattuta nel mio mondo di lettrice, è perfetta, dal ritmo esatto e cadenzato a sincrono con lo svolgimento delle vicende.

4 3 2 1 è un romanzo di cui non si può fare a meno, un capolavoro in cui l’autore riesce a giocare con il destino, creando uno spettacolo molteplice e inimitabile, come la vita di ciascuno di noi.

4 3 2 1 – PAUL AUSTER

EINAUDI

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