Nel #somMario de La Scatola Lilla di venerdì scorso, quello in cui sono capitata anche io e mi è venuta la tosse, il Super del nostro cuore ha consigliato questo libro e la sottoscritta non se l’è fatto ripetere due volte, perché si sa, se SuperMario dice che una cosa è buona, è buona di sicuro. E infatti…

Fame di Knut Hamsun è un capolavoro letterario che ti trascina, con i crampi allo stomaco e i giramenti di testa, nelle peripezie quotidiane di quest’uomo, uno scrittore solitario, errante come un vagabondo da un capo all’altro della città, in preda ai deliri provocati dalla fame,  quella vera, quella di quando non mangi non sai più da quanto tempo perché non hai in tasca nemmeno una moneta, all’orgoglio e ai vani tentativi di mostrarsi essere superiore, momentaneamente in difficoltà, ma solo per contingenze improvvise e a dir poco assurde.

Il suo liberarsi a poco a poco di tutti i suoi miserabili averi portandoli al banco dei pegni, non per necessità, ma proprio per sbarazzarsene come se gli dessero fastidio.

Il suo fare altezzoso e sempre preoccupato a dimostrare di essere molto di più di qualcuno che si copre ormai a stento con quattro logori stracci e che non consuma un pasto da diversi giorni.

La continua ricerca di qualunque tentativo per racimolare pochi spiccioli per un pezzo di pane.

Le sofferenze del corpo e dell’anima, la disperazione e poi, improvvisamente, come per un’illuminazione del cielo, una nuova speranza, fanno di queste meravigliose pagine davvero una giostra di emozioni e sofferenze dalla quale si scende completamente storditi e quasi ipnotizzati.

Quindi, grazie SuperMario, sono contenta di aver seguito il tuo consiglio.

FAME – KNUT HAMSUN

GLI ADELPHI
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