La mia è una storia fatta di tante ferite. Sono nato da una ferita, quella di mia madre, e vorrei, un giorno non troppo lontano, andarmene senza ferire nessuno, ma soprattutto senza ferire me stesso. Intendo dire che non voglio sentire dolore. Una morte indolore desidero. Mi chiamo Davide e sono un puro. Ho l’età che ho ma nei fatti sono vecchio di almeno sessanta anni. Sono nato vecchio e nel tempo continuo a invecchiare. I miei fratelli credono che io abbia quindici anni, ma loro non capiscono la mia vera età.
Il maggiore dei beni è la storia di Davide, e della sua esistenza fuori dal branco. La storia di un ragazzino problematico, che non si riconosce in nulla che possa identificarlo in qualche modo come i ragazzini della sua età, estraneo anche in famiglia, dove è in grado di legare solo con la zia Anna, altrimenti detta Zanna, l’unica con cui si sente a suo agio, l’unica dalla quale si sente capito.
Si ritiene un puro, un senza sesso, un senza età, un essere che non appartiene a questo mondo, dal quale ha intenzione di andarsene molto in fretta, possibilmente senza dolore, ma necessariamente per una sua fermissima decisione.
Davide non ha amici, e, quando ci prova, succedono cose spiacevoli e, via, fine dell’amicizia, per sempre.
L’unica persona, fuori dalla famiglia, da cui si sente coinvolto, e per la quale prova quasi un senso di responsabilità, come un’inversione dei ruoli, è la scrittrice, la donna che insegna nella scuola per ragazzi problematici che Davide frequenta.
Lei lo accetta per quello che è, lo sprona, lo accompagna verso nuove esperienze, spingendolo, a volte, a superare i suoi limiti.
Sviluppano un rapporto sempre più stretto, finché Davide decide di non essere più lui l’oggetto delle cure, ma di diventare egli stesso il protettore della delicatezza della scrittrice, tanto da arrivare a chiamarla mia figlia. E, insieme a sua figlia, Davide risale lentamente da un nero e profondo pozzo nel quale è sprofondato dopo aver subito violenza da parte di un gruppo di ragazzi, una tristissima depressione nella quale ha capito di essere precipitato quando ho aperto la porta di casa e mi è sembrato che nel mondo non ci fosse più aria, che la notte se la fosse respirata tutta.
Il percorso intrapreso da Davide, inconsapevolmente e, di frequente, contraddittorio a quanto dichiarato all’inizio del suo racconto, lo fa evolvere e maturare fino a fargli raggiungere il suo posto nel mondo, un posto per il quale, forse, vale la pena tentare di farcela.
Ringraziando Antonio Catapano di Nowhere Books per la fiducia accordatami, voglio sinceramente fare i miei complimenti a Valeria Caravella, l’autrice, perché, con Il maggiore dei beni, suo romanzo d’esordio, scritto con quel linguaggio incasinato degli adolescenti, che ti cattura e ti trasporta in un turbinio di emozioni continuamente cangianti, tipiche di questa età confusa, caotica e complicata, è riuscita ad affrontare benissimo, e in maniera per nulla banale, una serie di argomenti delicati e decisamente difficili, propri di questa fase della vita che in troppi ancora ritengono, appunto, solo una fase, una cosa che ad un certo punto passerà da sola, senza dare troppo peso al fatto che, invece, potrebbe non passare, potrebbe interrompersi bruscamente, o, nella maggior parte dei casi, lasciare segni che non passeranno mai.
IL MAGGIORE DEI BENI – VALERIA CARAVELLA
NOWHERE BOOKS
PREZZO DI COPERTINA: € 16,00