Ho chiuso l’ultima pagina di Agnese, una Visconti con il cuore in gola e tanta amarezza. Pur conoscendo l’epilogo, ho sperato fino all’ultimo che le cose potessero cambiare con un bel colpo di scena. Ma questa non è fiction, è un romanzo storico e, se pure la finzione letteraria gli viene concessa, la verità non può essere cambiata.
Con una scrittura ricca e musicale, una ricercatezza di parole che rendono questo romanzo un capolavoro di espressione, Adriana Assini mi ha fatto fare un bellissimo viaggio nella Milano e nella Mantova del Tardo Medioevo, sul finire del Milletrecento.
Nella mia bella Milano, che ho potuto osservare tra le righe da una diversa prospettiva, riconoscendo ogni angolo descritto da queste pagine, governava allora Bernabò Visconti, un uomo dal pungo di ferro, autorevole, autoritario, con la fama di tiranno, che, pur bramando una continua crescita del suo potere, non trascurava l’amore per i suoi figli, in particolare per Agnese, la sua prediletta, colei che più le somiglia nel volto e nell’animo. Ma nonostante questo amore profondo, non privo di accesi contrasti per via della troppa somiglianza dei caratteri, nemmeno Agnese riesce a sfuggire al triste destino di un matrimonio combinato, il cui unico scopo è quello di garantire un’espansione politica e territoriale, per accrescere la magnificenza del dominus Mediolani. Il desiderio, l’amore, la felicità non vengono, ovviamente, presi minimamente in considerazione.
Agnese, nata di notte, mentre in cielo governava Marte, viene quindi promessa sposa al giovane Francesco Gonzaga, futuro Signore di Mantova. Ma il suo destino, contrariamente alle speranze del padre, sarà tutt’altro che radioso.
Donna orgogliosa ed indomabile, Agnese si rivela ben presto una spina nel fianco del Gonzaga, ribellandosi quotidianamente alle regole di corte e non riuscendo nell’unico intento al quale le mogli, soprattutto le nobildonne, erano all’epoca chiamate: garantire una discendenza. Nemmeno nel momento in cui le cose sembravano volgere al meglio, grazie finalmente ad una ormai inaspettata gravidanza, il destino decide di mettersi dalla sua parte: dopo nove lunghi mesi, Agnese mette al mondo una bambina, annullando immediatamente la tregua con il consorte e acuendo, al contrario, i loro contrasti. Non le rimane che rifugiarsi nei suoi amati libri e nelle sue lunghe cavalcate all’aria aperta, cercando di tenersi il più lontana possibile da quel palazzo in cui si sente prigioniera, e dalle continue umiliazioni perpetrate dal Magnifico Gonzaga, sempre più deciso a liberarsi di quella donna inutile e scomoda.
Una serie di tragici eventi e un’improvvisa passione travolgente porteranno Agnese a lottare a viso aperto contro tutto ciò che le è ostile, le leggi e le convenzioni dell’epoca e i nemici in carne ed ossa, senza mai perdere l’orgoglio e le fierezza, ereditata dal suo caro padre, e senza mai aver paura di pagare per le sue scelte con la sua stessa vita.
Era l’alba di martedì sette febbraio del milletrecentonovantuno e Agnese non aveva ancora compiuto i ventotto anni.
Una storia davvero piena di emozioni, dove una donna, forte e ostinata, si ritrova, sola, a lottare per le sue idee.
La riflessione sorge spontanea. Erano gli ultimi anni del Milletrecento. Siamo nel 2018, le cose sono cambiate, sono cambiate tanto. Ma non troppo, mai abbastanza.
Ringrazio tantissimo Scrittura & Scritture per questo dono prezioso.
AGNESE, UNA VISCONTI – ADRIANA ASSINI
Scrittura & Scritture
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