In poche pagine scritte come un poema in prosa, Patti Smith è riuscita ancora una volta a fare della sua arte un bene per l’umanità.
Ce lo racconta Rob Riemen, filosofo e scrittore olandese, fondatore, nel 1994, del Nexus Institute, nato per portare un contrappeso culturale alla società odierna, focalizzata principalmente sui valori della scienza, della tecnologia, e dell’economia, promuovendo la cultura e la filosofia di vita della tradizione umanistica Europea.
Nella sua introduzione, Riemen esprime bene tutto quello che ho provato anche io leggendo i memoirs di Patti Smith, Just Kids, M Train e Devotion.
Quella sensazione di ammirazione for the way she, movingly but unassumingly, had opened up so many of her world to me.
Un mondo di amicizie lunghe una vita. Il mondo della controcultura newyorkese degli anni sessanta e settanta. Il mondo della passione per l’arte, con una nuova musica, una nuova poesia, una nuova forma di pittura. Il mondo di artisti come Arthur Rimbaud, Jean Genet, Albert Camus, William Blake, Sylvia Plath e Frida Kahlo. Il mondo di Rockaway Beach a Long Island, i caffé di Manhattan e il Chelsea Hotel, i luoghi dove il suo spirito creativo ha modellato la sua stessa vita.
La vita di Patti Smith, continua Riemen, può essere riassunta in un unico verso dell’aria Vissi d’arte di Puccini: Ho vissuto per la mia arte, ho vissuto per il mio amore.
The New Jerusalem è un poema in prosa ispirato in parte dalla decisione di Trump di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme, in parte a William Blake e alla sua visione dell’arte, condivisa da Patti Smith, come qualcosa strettamente connesso con la spiritualità. L’arte è qualcosa che, attraverso il potere dell’immaginazione, ci rivela una realtà diversa, un’altra verità un frammento del significato della nostra esistenza.
E’ stata una lettura intensa, completamente coinvolgente. Parole visionarie e vive, suoni e colori che trasportano in un mondo apocalittico, dove in gioco c’è la salvezza dell’umanità.
The New Jerusalem di Patti Smith è un libro che si legge ad occhi chiusi, perché le immagini sono talmente forti da non abbandonarti più. E’ una questione di tempo, non ne è rimasto molto. Dobbiamo sbrigarci, prima che tutti gli agnelli vengano sacrificati e prima di non riuscire più a sentire the voice of the inexhaustible good.
To give a voice. That has been Patti Smith’s calling all her life. To give a voice to what is forgotten, so that it will be known again; to give a voice to what is silenced, so that it will be heard again; to give a voice to what is invisible, so that it will be seen again; to give a voice to what has been rejected, so that it will come into its own again; to give a voice to those who have died, so that they live again; to give a voice to that new Jerusalem so that there may be peace on earth.
THE NEW JERUSALEM – PATTI SMITH
NEXUS INSTITUTE
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