Andrea e Noemi, fratello e sorella. Biondo, occhi azzurri, dolcissimo lui. Castana, occhi marroni, fisico sgraziato lei.
“Era inverno quando mio fratello sparì.”
È Noemi a parlare, una Noemi grande, già donna, che ricorda, scava nella memoria, dà significato alle immagini rimaste sospese per anni, incollate ad un passato dal quale non è riuscita ad affrancarsi, nemmeno andando via dal paese.
Ci racconta la tragedia, la scomparsa del fratello di appena sei anni mentre lei, che ne aveva solo nove, lo teneva per mano durante una festa di Carnevale.
E ci racconta il dopo, la sopravvivenza a qualcosa che nella sua famiglia ha fermato il tempo, ad una madre fuori controllo che non fa nulla per celare la sua predilezione per il figlio che non c’è più, la sopravvivenza alle sottili accuse, ai sensi di colpa e alla sua nuova condizione, quella di essere la sorella del bambino scomparso.
Per dare un taglio netto al passato, per tentare di lasciarsi tutto alle spalle, Noemi decide di abbandonare i genitori, lasciarli soli ad affrontare la vita senza figli, a guardarsi in faccia senza uno scopo, di abbandonare il paese e tutti coloro che conoscono la storia e che l’hanno sempre guardata con gli occhi della pietà, della compassione e, non poche volte, del sospetto.
Abbandona tutto e tutti e va a vivere con la nonna in città, dove può essere solo Noemi e mai più la sorella del bambino scomparso.
Si iscrive all’università, stringe nuove amicizie, si laurea, trova un lavoro e un amore, Davide, con cui costruisce un rapporto solido, fatto di accettazione e rispetto di quella parte della vita che lei non riesce, non può condividere.
Tutto sembra poterle garantire il mantenimento dell’equilibrio trovato in questa nuova vita.
Fino a quando una telefonata la riporta in men che non si dica a dover riaffrontare il passato: la madre, Carla, ha avuto un incidente ed è ricoverata in ospedale, ma al posto di una signora anziana, triste e incurvata da anni di dolore per la scomparsa del figlio prediletto e la morte improvvisa del marito, Noemi trova una donna arzilla e ringiovanita, alle prese con il funzionamento dello smartphone e, nonostante gli acciacchi dell’incidente, indubbiamente piena di energia.
Motivo di questa assurda trasformazione è Luca, un giovane amico con cui la madre esce la sera, frequenta locali, pianifica viaggi e futuro.
Messa in guardia dalla zia paterna, Noemi si trova a dover indagare su questo Luca, e a dover affrontare nuovamente quel passato lasciato alle spalle, per proteggerlo e per proteggere la madre e se stessa.
Mi piace il modo che ha Teresa Ciabatti di portarti dentro la storia e non lasciarti uscire fino alla fine, mi piace questo suo modo di raccontare e riflettere, raccontare e riflettere, con un ritmo che non dà tregua.
Noemi ti parla e si parla, come se parlandoti riuscisse lei stessa a mettere nero su bianco pensieri rimasti fino a quel momento sospesi.
La guerra dei sentimenti, naturali ma sempre sociologicamente celati, come l’amore e al contempo la gelosia nei confronti del fratello prediletto, che prediletto rimarrà per sempre, anche e forse di più nella sua assenza, o come la necessità di farsi amare per ciò che si è, anche senza riccioli d’oro o occhi celestiali, da una madre che ha scelto altro, è raccontata con una scrittura pulita, priva di inutili fronzoli, diretta e, per tutti questi motivi, potente.
Matrigna, di Teresa Ciabatti, è un romanzo che scava profondamente in tutte quelle dinamiche difficili, continuamente mutevoli e sociologicamente inaccettabili che si celano nei rapporti famigliari, e fa luce sulla difficoltà di sopravvivere a quel mondo che dovrebbe garantire amore e, più spesso di quanto possiamo immaginare, è invece la causa di un dolore pericoloso dal quale ci si può e ci si deve necessariamente affrancare.
MATRIGNA – TERESA CIABATTI
SOLFERINO
PREZZO DI COPERTINA: € 16,50