Elena viene colpita da aneurisma mentre si trova nella sua casa di New York insieme a Patrick, il suo compagno.
Non si poteva prevedere, si dirà dopo.
Sei stata fortunata, continueranno a ripeterle una volta scampato il pericolo, quando lei si ritrova a fare i conti con quello che è successo e con quello che dovrà venire dopo.
Il dopo, lei e Patrick, decidono di cercarlo altrove, lontano da New York, dove vivono e lavorano ormai da tempo, e lontano dall’Italia, dove Elena ha la sua famiglia.
Il dopo lo vanno a prendere in Francia, nell’Auvergne, in un piccolo paesino ai piedi del vulcano Puy de Lúg, dove Patrick è cresciuto.
È qui che Elena affronta la convalescenza, nella dimensione quieta di un posto piccolo, dove Patrick può prendersi cura di lei e dove lei può abbandonarsi ai suoi pensieri, ai ricordi che riaffiorano e che adesso, dopo la malattia, assumono significati diversi, a sentimenti nuovi, a nuove inquietudini che silenziose si fanno largo dentro di lei, come il magma assopito che giace nel Puy de Lúg, proprio lì vicino.
Quando i suoi genitori arrivano per trascorrere tre o quattro giorni con questa figlia che hanno avuto paura di perdere, il vulcano decide di risvegliarsi e di esplodere in un’eruzione che a Elena pare tale e quale a quella avvenuta nella sua testa poco tempo prima.
Il fumo, la cenere che si diffonde e si posa ovunque, impastata con l’acqua della pioggia che non sembra voler smettere, la chiusura di strade, ferrovie e aeroporti, lo stato di allerta generale costringono i protagonisti a rimanere chiusi in casa, in un tempo lungo e immobile che, anche nel non detto, scatenerà piccole e grandi rivoluzioni, capovolgimenti di ruoli, paure, incertezze, nuove misure, nuove dimensioni.
La lentezza della cenere che fluttua nell’aria e si posa su tutte le cose, come quando nevica, creando quel silenzio che porta in un’altra dimensione, quella in cui tutto sembra sospeso e il tempo ci viene regalato in un’altra forma e possiamo fermarci a raccogliere i pezzi della nostra vita, prenderne coscienza e rimetterli, in qualche modo, insieme.
I libri vanno letti al momento giusto, e, quando questo capita, si apre un varco che ci permette di entrare perfettamente nella storia e che permette alla storia di entrare perfettamente dentro di noi.
Per la prima volta ho visto, con gli occhi stampati su una pagina e lo sguardo altrui, ma che era il mio, cose che ho sempre lasciato sotto la superficie del non detto.
Ed è successo proprio nel momento in cui non avrei mai potuto scappare a rifugiarmi nella mia solitudine, l’unica compagnia con la quale sto bene veramente.
Mi sono guardata figlia con gli occhi di qualcun altro, ho guardato i miei genitori da fuori, ho guardato i miei figli, mio marito, mi sono sentita tanto inadeguata in ciascun ruolo.
Ma ho preso il tempo sospeso di queste pagine, dove sembra che tutto sia immobile, tranne il Puy de Lúg, l’unica forma di vita dirompente, e invece tutto si muove e c’è un Puy de Lúg in ciascuno dei protagonisti di questa storia.
Ho preso questo tempo e mi sono fermata a capire e a mettere insieme le tessere del mosaico della mia vita, una vita che spesso mi sembra scomposta e pronta ad esplodere e, in realtà, risponde a regole non dette che ne garantiscono il movimento perpetuo.
Il non detto tra me e i miei genitori, quella paura di una parola in più che potrebbe generare il risveglio e l’esplosione di un magma che giace immobile da anni, il loro stare stretti in un luogo che non possiedono, ma anche la difficoltà di sostenere una lontananza che si fa, di anno in anno, più faticosa.
Il terrore di compiere passi falsi nella vita dei miei figli, e, nel terrore, compierli ugualmente, aggiustare il tiro, esserci nella maniera corretta, che non si sa mai quale sia, e ogni giorno è necessario impostare il ricalcolo.
La misura di un uomo che mi sta accanto da più di vent’anni, i miei continui lamenti, le assenze mai perdonate, quei vuoti che, adesso capisco, sono in realtà spazi lasciati lì per me, il suo essere meno perché io possa essere più.
Tutto questo è nato dalla lettura lenta e sospesa di questo romanzo e sono certa che mi rimarrà addosso a lungo, come la cenere che lenta si posa e salda si insinua ovunque, anche negli angoli più nascosti, per alimentare, forse, un dopo più forte e rigoglioso.
La memoria della cenere, di Chiara Marchelli, con una scrittura che arricchisce e accompagna il tempo, che scava e si sofferma senza perdere nemmeno il più piccolo dettaglio di ogni momento, è un romanzo che esplora l’anima, ne tira fuori dubbi, paure, ansie, incertezze, un’anima che ricalcola il presente ridefinendo i contorni del passato e si rigenera dalle proprie ceneri.
LA MEMORIA DELLA CENERE – CHIARA MARCHELLI
NN EDITORE
PREZZO DI COPERTINA: € 18,00