Il sogno americano parte da luoghi lontani e approda sulle rive del nuovo mondo carico di aspettative.
Prende le più svariate forme sotto un abito comune, quello del successo.
L’accesso ad una delle più prestigiose università del mondo è una di queste.
L’ingresso agli edifici di Harvard io me lo immagino come qualcosa che ti può togliere il respiro e bloccarti come una statua di marmo con un unico pensiero che ti gira in testa: sta succedendo veramente a me?
Harvard è l’emblema del successo, è una porta già spalancata su un futuro che non può essere che brillante, una carta vincente a garanzia di un’affermazione sociale già scritta a partire dalla lettera di ammissione.
O così sembra.
Nel maggio del 1995, Sinedu Tadesse, giovane studentessa dell’Harvard College di origine etiope, pugnala a morte la sua compagna di stanza, Trang Phuong Ho, vietnamita, e poi si suicida.
Un omicidio-suicidio inspiegabile, che lascia i più senza parole, incapaci di individuare il motivo di tanta violenza.
Sinedu Tadesse, di origini umili, in Etiopia si è sempre distinta per i suoi meriti scolastici, per la sua determinazione, per la sua serietà. Tutti elementi che le hanno permesso, non solo di accedere ai test di ingresso del famoso college, ma di venire anche ammessa, con tanto di borsa di studio.
La partenza per l’America, dall’Etiopia. Non riesco nemmeno ad immaginare che cosa possa aver significato tutto questo per lei.
Trang Phuong Ho ha una storia alle spalle che sa di guerra, di fuga clandestina, di perdite e di rinunce.
Arriva negli Stati Uniti che è appena una bambina, con il padre e una sorella, dopo aver superato enormi difficoltà.
La mamma e la sorella più piccola sarebbero riuscite a ricongiungersi con la famiglia solo molti anni dopo e pagando il caro prezzo del tempo perduto, della difficoltà di adattamento e della conseguente rottura definitiva dei rapporti famigliari.
Anche Trang si è sempre distinta per i suoi meriti scolastici, per la sua forza, la sua gentilezza e la sua determinazione.
Entrambe, Sinedu e Trang, volevano laurearsi in medicina, entrambe volevano cambiare il mondo, entrambe inseguivano un sogno di riscatto.
Ma i sogni di Trang e Sinedu si sono infranti all’alba di un mattino di maggio del 1995, appena pochi giorni prima del famoso giorno di consegna delle lauree.
Quelli di Trang sotto 45 coltellate violentemente inferte da Sinedu.
Quelli di Sinedu dentro la morsa di un cappio appeso in bagno, diligentemente preparato da lei stessa, prima di scagliarsi contro la compagna.
L’indagine che segue, riportata in queste pagine, porta alla luce una serie di aspetti a dir poco agghiaccianti che si celano proprio dietro quelle splendide luci che illuminano il sogno americano.
Luci che fanno brillare tutto e che nascondono una realtà con cui bisogna poi fare i conti, misurare la propria forza e anche le proprie fragilità con un mondo che non ammette sconfitte, che, se non ce la fai, ti isola, che non ti offre una seconda possibilità e ti schiaccia sotto aspettative troppo esigenti, un mondo con una cultura che non è come quella da cui provieni e alla quale non è sempre così semplice adattarsi.
Harvard. Inchiesta su un delitto, di Melanie Thernstrom, è un’indagine portata avanti con forza e perseveranza, nonostante le grandi difficoltà causate da un forte ostruzionismo esercitato dalle istituzioni, è un’indagine grazie alla quale possiamo guardare oltre le luci, un’analisi e una riflessione che ci mostrano Harvard come una realtà molto più interessata alla propria reputazione che alla vita e al benessere degli studenti.
HARVARD. INCHIESTA SU UN DELITTO – MELANIE THERNSTROM
EDIZIONI CLICHY
PREZZO DI COPERTINA: € 17,00