Marco è un ragazzo di trent’anni alla ricerca di una strada, di una via, di qualcosa che gli dica chi è , quale è il suo posto nel mondo, dove sta andando.
Lotta ogni giorno contro tutto e tutti, contro un mondo che non offre un futuro certo, una famiglia in cui si è sempre sentito estraneo, dove tutti hanno sempre avuto qualcosa in cui credere, un’idea, un partito, una chiesa. Lui no, fuori luogo e fuori tempo, soldato di una guerra invisibile.
Trent’anni, un’età di cui si parla poco e che, invece, meriterebbe una maggiore attenzione. L’età dei primi bilanci, l’età in cui si tira una riga che divide la vita tra ciò che è stato e il mistero, il timore, l’incertezza di ciò che potrà essere.
Marco ama la musica e ama i numeri, un po’ come me.
Fa tornare i suoi conti e sa mettersi in ascolto. Ed è solo così, disponendosi ad ascoltare una storia, la sua, fatta di tutte le storie della sua famiglia, che può provare a cucire insieme i pezzi del suo passato e a capire chi è davvero.
Quando ho finito di leggere In tempo di guerra mi è rimasto addosso come un senso di malinconia, la mancanza di qualcosa appena vissuto e da cui ho imparato cose nuove.
La storia di Marco, dei suoi trent’anni, delle sue difficoltà a muovere i passi su una strada che è stata cancellata, è una storia universale che appartiene a tutti noi, anche a me, che quell’età l’ho superata già da un pezzo e che, nonostante i traguardi raggiunti, le difficoltà superate e le vittorie guadagnate, non manco di sentirmi smarrita, alla ricerca di un appiglio che mi faccia ritrovare almeno un po’ di quel senso perduto.
Ecco, forse è proprio questo che ho guadagnato, con il tempo, la capacità di ritrovarmi, il non avere più paura di rivedere i passi per correggere gli errori.
Occupo un posto nel mondo al quale sono arrivata attraverso le mie scelte, ma non ho ancora capito né se è il posto giusto, né se lo sto occupando nella maniera corretta. Però continuo ad occuparlo, ad imparare, a non dare mai tutto per scontato e, soprattutto, ad essere grata.
Sono una donna che prova ogni giorno a muoversi in nome del rispetto e della consapevolezza dell’altro, certa che la felicità altrui non possa fare altro che aumentare la mia.
Sono una madre che si interroga e si giudica costantemente, mossa dal desiderio di crescere figli felici e dalla certezza di non sapere come si fa, navigo a vista, cercando di dare il meglio, in un mare aperto dove, forse, l’unica rotta da seguire è quella dell’amore.
Sono una moglie che cerca ogni giorno di non dimenticarsene, tenendo bene a mente quei battiti del cuore di molti anni fa per non perdere mai di vista tutto quello che ci ha portato ad oggi e che ci condurrà ancora domani.
Sono una persona che ha imparato a mettersi in ascolto, ad afferrare il mondo in corsa e ritrovare la strada ogni volta che pensa di averla smarrita.
In tempo di guerra, di Concita De Gregorio, è una storia da imparare, giorno per giorno, da sottolineare, da rileggere, è una storia di cui essere grati, una storia da condividere, da leggere ai propri figli, io l’ho fatto, con il mio grande, è una storia in cui Marco ci porta con sé, nel suo gioco del mondo, è un atto d’accusa contro le generazioni che ci hanno lasciato in eredità un universo saturo e ostile, è una storia meravigliosa, che mostra la strada, se si è disposti ad ascoltare.
IN TEMPO DI GUERRA – CONCITA DE GREGORIO
EINAUDI
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