Ho letto molto in questi giorni di vacanza, ne ho approfittato per rallentare e fare le cose che amo di più.
Mi sono goduta e mi sto godendo la famiglia, il cielo, il freddo, la città con le luci, la gente che corre ugualmente, anche se è festa, la ressa al supermercato per assicurarsi le cose migliori, e io, invece, arrivo sempre all’ultimo, non pianifico mai e poi non trovo niente, scaffali vuoti, ma chi se ne frega.
Ho letto tanto e ho scritto poco. Ci sono molti libri di cui vorrei parlarvi, pian piano lo farò, nessuno ci corre dietro.
Ma oggi, oggi che è l’ultimo giorno dell’anno, oggi che siamo tutti qui a capire come è andata e a immaginare come sarà, un libro ve lo volevo proprio lasciare.
Questa cosa che adesso, proprio adesso, ci mettiamo tutti a fare i conti di ciò che è stato, a fare bilanci e a ritrovare un punto di partenza io la trovo stupenda, mi mette addosso una sensazione di cose pensate, rielaborate e impastate, mi sento come avvolta sotto una coperta, con una luce in mano, quella della chiarezza e dei punti fermi che mi lascio alle spalle e quella di un nuovo cammino tutto da illuminare e far brillare e chissà come andrà.
Allora ho scelto questo libro, queste storie che si chiamano A pelle scoperta e che a me la pelle, invece, l’hanno veramente coperta di cose necessarie e meravigliose.
Storie che ci insegnano che là, in quei nostri pezzetti che tendiamo a nascondere e a proteggere, a non guardare e a non esporre, proprio là, se ce lo concediamo, succedono cose che spalancano voragini, succede la vita, quella vera, quella che ci fa paura, che ci fa sentire con tutti i sensi, che destabilizza e che poi costruisce.
Ho imparato ad apprezzare la forma del racconto in maniera graduale, non è stato amore a prima vista, ho sempre preferito il romanzo, un luogo in cui il tempo e la lunghezza ti danno il permesso di entrare nella storia, di abituarti ai personaggi, ai luoghi, alle cose che succedono, di scegliere da che parte stare.
Ma ho capito, negli anni, che tutto questo è possibile averlo anche in un racconto, quando è ben fatto.
A pelle scoperta, di Francesca Piovesan, lo conferma in pieno.
La sua capacità di entrare con precisione minuziosa nei dettagli della vita quotidiana e di cavarne fuori, in poche pagine, universi giganteschi rende queste quindici storie altrettante porte che conducono molto lontano, in un territorio fatto di verità spesso faticose, ma che innescano poi quel tipo di cambiamento che sentiamo a partire da quella parte di noi più esposta al mondo, la pelle.
Sono tutti coinvolgenti, questi racconti, e in ciascuno ho trovato qualcosa che ho conservato per me, perché ha fatto emergere ricordi o mi ha fatto capire qualcos’altro.
Al termine di ciascuno ho sempre concluso pensando questo è il mio preferito, così, fino alla fine, e mi sono resa conto che sono tutti i miei preferiti e che, al diavolo le classifiche, mica si può sempre scegliere.
Però, se proprio proprio qualcuno dovesse chiedermi di indicarne uno tra i quindici, e fossi davvero costretta a sceglierne uno, allora vi direi che scelgo Tarte Tatin, pagina 31, perché quella signora del negozio dei tè brilla di una luce potente e bellissima.
Ve lo lascio così, questo libro, a chiusura di un percorso e ad apertura di una nuova strada, con l’augurio, anche a me stessa, che possiamo tutti imparare ad esporci di più, a sentire sulla nostra pelle le cose che la vita ci vuole raccontare.
A PELLE SCOPERTA – FRANCESCA PIOVESAN
ARKADIA EDITORE
PREZZO DI COPERTINA: € 13,00