Mio nonno paterno era un uomo di poche parole. Aveva tutto negli occhi. Neri, grandi, pieni di una luce che non si è mai spenta, fino all’ultimo.
Gli correvo incontro e, stretta in un suo abbraccio, vedevo in quegli occhi tutto l’amore possibile.
Parlava poco e ascoltava tanto, sistemava le cose con uno sguardo, andava sempre tutto al posto giusto.
Era bello stargli seduta accanto, in silenzio, un libro in mano io, un libro in mano lui. Abbiamo creato un mondo nostro, tutti gli altri fuori, noi lì, insieme, con Pavese, Silone e Pratolini, con Hemigway e Steinbeck. Quando si perdeva in quelle pagine, era felice.
La guerra. Lui l’aveva vista, l’aveva vissuta e aveva fatto di tutto per fregarla, per farle dispetti alla luce del sole, per mettere un po’ le cose a posto anche lì, nel caos infernale.
E, quando era il momento di raccontare, si trasformava in un fiume in piena, mi riempiva di storie e ricordi che, io lo sapevo, rivivevano in quel preciso istante, mentre uscivano dalla sua bocca.
La sua memoria, le sue storie, le cose che mi ha detto, e che non ho mai scordato, sono parte di quell’eredità in cui affondano le radici di quello che sono io oggi. Io vengo da lì, anche da lì, da quella vita che ho vissuto attraverso i suoi occhi e le sue parole, da quella memoria che serve come antidoto e come strada bianca e luminosa ogni volta che, nel buio, mi sembra di non sapere più da che parte andare.
La storia di Emma e Luca, di questa loro amicizia improbabile e meravigliosa, mi ha fatto emozionare tanto.
Le difficoltà di Emma, i problemi con la scuola, con la pallavolo, con la vita, il suo bisogno di ritrovare un centro perduto, di rimettere a posto le cose.
La presenza di Luca, quest’uomo anziano e dinoccolato, che ha messo nelle mani di Emma un’eredità importante, quella della sua vita, della sua storia personale, dell’amore, del dolore, della guerra, di Mauthausen, del male che gli uomini fanno, delle atrocità a cui possiamo arrivare.
Tutte queste cose insieme fanno di questo libro non solo un’altra testimonianza necessaria, ma, soprattutto, la chiave per quello che viene dopo, la consegna di una missione ben precisa, quella di ricordare, sempre, da qui all’eternità, da dove veniamo, cosa abbiamo fatto, cosa dobbiamo fare.
Luca regala a Emma quella strada bianca e luminosa che la aiuterà a capire cosa è giusto fare, per lei e per tutti.
Ci sono giorni da ricordare, di Daniele Gouthier, è una storia importante, non solo per il dovere che abbiamo di non dimenticare, ma anche, tantissimo, per quel legame forte e indissolubile che unisce passato, presente e futuro in una linea di continuità che ciascuno di noi è chiamato preservare e, grazie alla memoria, a difendere e a far sì che la storia non si ripeta, che si trasformi e che vada avanti, sì, ma che non si ripeta, mai più.
E su questo c’è molto lavoro da fare.
CI SONO GIORNI DA RICORDARE – DANIELE GOUTHIER
BOOKABOOK
PREZZO DI COPERTINA: € 14,00