E ho pensato che per quelli che leggono i libri, che guardano le mostre, che ascoltano le sinfonie, i libri, i quadri, le musiche che hanno incontrato nella loro vita li hanno aiutati in quella cosa così difficile e così strana, stare al mondo, a essere dei nonostante, a rendersi conto delle loro ferite, dei loro difetti e ad accettarli, perché, come dice un cantante canadese, è attraverso le crepe che si vede la luce.
Quando con qualcuno finisco a parlare di letteratura russa, non è che mi capiti tante volte, ma ogni tanto sì, mi sento spesso chiedere “Ma cos’è che ti piace così tanto della letteratura russa?” e, come per ogni cosa che per me è bellissima, tipo la letteratura russa, non so mai dire bene perché, secondo me, quella cosa è bellissima, perché è talmente bella che non trovo mai le parole adatte per dire quanto.
Premesso che, sempre secondo me, la letteratura russa è talmente bella che non serve nemmeno dire quanto, e che tutto questo quanto dentro di me assume significati che potrebbero essere espressi in tantissimi modi, la risposta più intelligente che fino a oggi sono riuscita a dare alla domanda “Ma cos’è che ti piace così tanto della letteratura russa?” è la seguente: “La letteratura russa mi piace così tanto perché ha un modo di raccontarti la vita come nessun’altra mai”.
Fino a quando non ho letto Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij di Paolo Nori.
È stato come l’esplosione di un vulcano. Perché qui, in queste pagine che ho compulsivamente sottolineato, annotato, riempito di orecchie, ci sono, nero su bianco, tutte quelle cose che sono chiuse strettissime in quello spazio che mi sta lì, tra il cuore e lo stomaco, e che non riesco mai a dire come vorrei. Invece qui ci sono tutte, e sono dette così bene che meglio di così non si potrebbe.
E allora io vorrei dire grazie a Paolo Nori. Grazie per avermi fatto ricordare, per avermi fatto realizzare il bene che fanno le cose che fanno male (Ma come son stato male bene, quel giorno lì. Ma che bello, essere così vivi.), per aver dato forma a tutta quella bellezza inesprimibile che se ne stava stretta lì sotto al mio cuore, per avermi fatto leggere di nuovo, dopo tanti anni, Delitto e castigo, permettendomi così di vivere un’esperienza completamente nuova e ancora devastante.
E allora, da oggi in poi, dovesse capitarmi di nuovo, se qualcuno mi chiederà “Ma cos’è che ti piace così tanto della letteratura russa?”, io risponderò: “Leggi Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij di Paolo Nori, lì c’è tutto, lì puoi trovare le risposte a tutti i miei perché e anche a tutti quei perché che non sapevo nemmeno di avere”. Ecco cosa risponderò, da oggi in poi.
Grazie, Paolo Nori, da una Stefania che abita in Via F. Dostoevskij, e forse un motivo c’è.
SANGUINA ANCORA. L’INCREDIBILE VITA DI FËDOR MICHAJLOVIČ DOSTOEVSKIJ – PAOLO NORI
MONDADORI
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