È la stessa Girifalco che abbiamo lasciato alla fine di Breve trattato sulle coincidenze, ma sono passati un po’ di anni e le vite dei suoi abitanti continuano imperterrite a seguire traiettorie del tutto simili a quelle dei corpi celesti, intersecandosi ed allontanandosi, rispondendo alle misteriose leggi dell’universo.

Sette protagonisti, sette meravigliose storie che, pur nella loro unicità, si amalgamano per diventare un unico, incantevole racconto, ambientato in questo piccolo paese, che è il centro del mondo, che è femmina, perché “Girifalco era delimitata a nord dal manicomio e a sud dal cimitero, così che le sue genti si muovevano tutte tra la follia e la morte”, che è un posto magico dove la Madonna e San Rocco si incontrano e si danno il cambio in un’epifania di festeggiamenti che sprigionano forze mistiche e disegni universali.
Sette storie che si aprono tutte su una giornata calda calda ed entrano in sospensione sul profumo di trifoglio, aleggiante nell’aria, come la promessa di qualcosa che sta per accadere.

Dopo la notte di San Lorenzo, a Girifalco arriva un circo, non il solito, non quello che tutti si aspettavano, ma un circo nuovo, avvolto da un’aura incantata, un corteo colorato e luminoso, elefanti e domatori, trapezisti, ballerini, lanciatori di coltelli e illusionisti, tutti portatori di storie e magie che scuotono gli animi degli abitanti del paese e che finiranno per cambiare definitivamente le sorti dei sette protagonisti.
Se avete voglia di avventurarvi in una storia delle possibilità, in una fiaba magica e reale, scritta in un italiano che è musica e in un dialetto dal quale non si può prescindere, perché ci sono cose che non si possono tradurre, che vanno dette per forza così e che vi piacerà sentir dire esattamente così, se avete voglia di emozionarvi, divertirvi e anche piangere, questo è il libro perfetto, uno dei miei preferiti di questo 2017.

Talvolta la vita offre una seconda possibilità e forse non ce ne accorgiamo perché questa opportunità non è la ripetizione dell’Evento ma un suo camuffamento, perché noi vorremmo ritornare a quel giorno, a quell’ora, ma là non riveniremo mai, e nell’impossibile attesa che la spirale del tempo si ritorca su se stessa non ci accorgiamo che l’occasione ritorna nel frattempo per una via secondaria. Nell’universo i cicli ordinati ricorrono ma non si presentano mai nello stesso modo: siamo parte di un sistema aperiodico in cui le traiettorie dei fenomeni sono identiche ma non sovrapponibili, che il ritorno comporta il travestimento del tempo.

APPUNTI DI MECCANICA CELESTE – DOMENICO DARA

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