Nella Parigi degli anni Trenta, una giovane donna sola fa i conti con se stessa e cerca una via di salvezza nell’indifferenza.

La gente parla sempre di una vita felice, ma la vita è felice quando non t’importa più se vivi o muori. Ci arrivi solo dopo un certo tempo e parecchie sfortune. Ma credi che ti lascino in pace? Figuriamoci.
Appena hai raggiunto questo paradiso di indifferenza, ti tirano fuori. Dal tuo paradiso devi tornare all’inferno. Quando sei morto di fronte al mondo, il mondo il più delle volte viene a salvarti, se non altro per poterti ridere dietro.

Stanca e disillusa, si trascina lungo le strade de la ville lumiere, passando da un bar all’altro per trovar conforto in un buon bicchiere di Pernod e in qualche compagno occasionale.

Conduce una vita precaria, vive in stanze d’albergo e cerca di sopravvivere ai suoi sbalzi d’umore e alla consapevolezza di aver fallito.

Si aggrappa alle piccole certezze materiali, un rossetto nuovo, qualche braccialetto di bigiotteria, una vecchia pelliccia ereditata, solitario ricordo dei bei tempi che furono, si tormenta sul colore dei suoi capelli e cerca di superare come può un giorno dopo l’altro.

Una donna finita, arrendevole pur nella continua ricerca di un conforto di qualunque genere, e che trova la sua unica difesa nell’indifferenza, nel non provare più nulla, nel diventare di ghiaccio, tanto da raccontare con la stessa enfasi e con lo stesso coinvolgimento sia l’acquisto di un nuovo cappello o di un dipinto, che la morte di un figlio appena nato.

Un romanzo che ha avuto una vita difficile, non apprezzato e dimenticato per anni, Buongiorno, mezzanotte di Jean Rhys, il cui titolo riprende il verso di una poesia di Emily Dickinson, è di una potenza disarmante.

L’ho letto indossando la miglior versione di quella malinconia nella quale mi piace crogiolarmi ogni volta che posso e accompagnando Sasha e i suoi passi stanchi fino alla fine, fino alla resa totale di fronte ad una vita che altro non è che una sfilza di sofferenze.

Piango a lungo, per me stessa, per la vecchia signora dalla testa calva, per tutta l’infelicità di questo maledetto mondo, per tutti gli idioti e i vinti…

BUONGIORNO, MEZZANOTTE – JEAN RHYS

ADELPHI
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