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Canto della pianura di Kent Haruf

pliainsongAvevo chiuso “Benedizione” esattamente un anno fa, con gli occhi gonfi di lacrime. E ad un anno esatto (una pura coincidenza, giuro), chiudo questo “Plainsong” con la voglia di andare avanti, di portare a termine questa trilogia, riprendendo anche, di nuovo, quel primo che in realtà è il terzo.

Certo che la scrittura di Haruf è come una magia… Le pagine hanno il potere di trasportarti proprio là, di sentire il caldo, il freddo, il vento che soffia, l’odore del bestiame, la polvere in gola, il dolore fisico e anche quello dell’anima, la vita e l’amore, in tutte le sue forme.

A Holt, questa volta, incontriamo Tom Guthrie, insegnante di storia al liceo e padre di Ike e Bobby, due bravi, bravissimi, bambini di nove e dieci anni, onesti e silenziosi, che si trovano a dover accettare l’abbandono da parte di una madre che, in preda ad una forte depressione, si isola in camera sua in un silenzio impenetrabile, fino a decidere di andarsene e di non tornare mai più. Tom si ritrova così a crescere i figli da solo, a trasmettere loro il senso del dovere, la responsabilità nei confronti della vita stessa e a cercare di trovare un riscatto anche per la sua, di vita, e ad essere di buon esempio, sempre e a qualunque costo.

Poi c’è Victoria Roubideaux, che ha solo 16 anni, rimane incinta e la madre la manda via di casa. Non sa dove andare, Victoria, così si rivolge ad un’insegnante del liceo, Maggie Jones, che la ospita un po’ a casa sua e poi decide che Victoria starebbe proprio bene a casa dei fratelli McPheron, Harold e Raymond, due instancabili fattori, che conducono una vita modesta e tranquilla, concentrati sul bestiame da allevare, diventati adulti da soli, senza i genitori, persi precocemente, e senza mai una donna al loro fianco. Sì, loro saprebbero come prendersi cura di Victoria e lei potrebbe portare un po’ di luce in quella casa stanca e immobile.

Si incrociano le storie di tutti, ogni tessera prende il suo posto, a comporre un unico grande quadro di vita che è davvero un plainsong, un canto della pianura che non ha bisogno di strumenti perché la pianura stessa ne accompagna le voci.

CANTO DELLA PIANURA – KENT HARUF

NNEditore

(Bellissima) TRADUZIONE DI: Fabio Cremonesi

PREZZO DI COPERTINA: € 18,00

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