Palma nasce il 12 aprile 1981, domenica delle Palme, ecco perché si chiama così.
Nasce in una famiglia qualunque, disfunzionale come una qualunque altra famiglia disfunzionale di cui è pieno il mondo.
Padre assente e piuttosto inutile, presto abbandonato dalla madre per un altro uomo; madre distratta, o forse concentrata solo su stessa; sorella tanto carina e perfettina quanto stronza.
Palma colma le voragini della sua vita con il cibo, la sola cosa che la faccia stare bene.
Mangia sempre, qualunque cosa, a qualunque ora.
Mette su peso con costanza e con una precisione quasi matematica, a nulla valgono le offese e le continue derisioni subite, nel corso degli anni, da parte di tutti.
Chi se ne importa, Palma non ha bisogno di niente e di nessuno, può tranquillamente stare da sola, chiusa in casa, il mondo completamente tagliato fuori.
Tra le quattro mura della cucina, incastrata tra il tavolo e la dispensa, con il computer davanti, una sera di febbraio del 2004, Palma incontra per la prima volta Kate, il suo alter-ego magro e sexy del videogioco in cui trova rifugio.
Dietro lo schermo nessuno può vedere i suoi chili di troppo, nessuno può accorgersi della sua realtà; lì Palma, KateG, è finalmente libera di essere chi vuole e di fare tutto ciò che le pare.
Il tempo vola, Palma nemmeno si accorge dei giri che fanno le lancette dell’orologio, presa com’è a costruire la propria esistenza virtuale, e, in men che non si dica, si ritrova catapultata nel vortice del gioco, dei forum online, delle chat.
È così che conosce Angelo, Tato76, che, tra una chat e l’altra, ci mette poco a far capire a Palma che il suo interesse non si limita al gioco.
Angelo ha un debole per le donne grasse e, quando Palma lo scopre, capisce che solo con lui potrà sentirsi bene, amata, desiderata, come tutte le altre donne.
Instaurano una relazione seria e, nonostante le perplessità della famiglia di lei, nemmeno troppo insistenti, per la verità, finiscono per trasferirsi nella vecchia casa di campagna un tempo dei nonni paterni di Palma.
Qui costruiscono giorno per giorno il loro nido d’amore, Palma felice di sentirsi amata, Angelo soddisfatto di avere tutta per sé una donna da far diventare sempre più grassa, come piace a lui.
È in questo modo che la storia comincia ad assumere caratteri ossessivi e maniacali, con l’insistenza di Angelo nel farle ingerire quantità abnormi di cibo, sempre e ovunque.
È solo il principio di una spirale distruttiva e violenta a cui Palma non oppone alcuna resistenza.
Fino al giorno in cui scopre che il nonno le ha lasciato un’eredità preziosa, l’unica con la quale poter risolvere la situazione e ritrovare finalmente la pace.
Chilografia, di Domitilla Pirro, con una scrittura potente in grado di dare perfettamente ordine ad un caos dalle dimensioni inestimabili, è una storia di violenza.
Una violenza, psicologica prima, fisica poi, che inizia fin dalla nascita, che inculca nella vittima un senso di colpa che si radica in maniera talmente salda da impedirle di reagire a qualunque offesa subita o maltrattamento perpetrato, e che trova pace solo in forme di dipendenza che diventano violenza a loro volta.
È una storia comune, molto più di quanto possiamo o vogliamo immaginare, la storia di un disagio che si percepisce, in tutte le sue sfumature, pagina dopo pagina e che spinge ad andare avanti, di capitolo in capitolo, di chilo in chilo, con la crescente necessità di una svolta.
Non vi svelo il finale, ma, credetemi, io Palma l’ho capita, vi giuro l’ho proprio capita.
CHILOGRAFIA – DOMITILLA PIRRO
EFFEQU
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