Francesco e Giulia stanno insieme da vent’anni e, come molti, sono entrati in quel vortice che la vita prende ad un certo punto e, come una forza centrifuga, ti allontana sempre di più da quello che avresti voluto veramente costruire e che sognavi fosse diverso da quello in cui invece si è trasformato.

Il lavoro, la casa, la figlia, Elena, che è tanta gioia ma, come sempre, anche destabilizzante, gli impegni, la routine quotidiana, le corse, il cercare di essere sempre all’altezza di ogni situazione e sentirsi, invece, il più delle volte completamente inadeguato, mandano in crisi Francesco, che si ritrova a rivivere con nostalgia la sua gioventù e a porsi quei se e quei ma che fanno sempre traballare quel presente incerto in cui ci ritroviamo senza sapere come a vivere, e che il più delle volte non somiglia per niente al futuro che avevamo sognato.

Ad appesantire il carico, lo sguardo sempre sempre severo e giudicante dei genitori di Giulia, che lo considerano un perdente e avrebbero desiderato un matrimonio decisamente migliore per la loro unica figlia.
Lo stallo di Giulia in una carriera che non si decide a prendere il volo e, per contro, l’inaspettata fortuna di Francesco nella conduzione di un progetto lavorativo che lo porta a diventare dall’oggi al domani la punta di diamante della Pucci & Partners, agenzia pubblicitaria nelle mani di un improbabile padrone, sono la goccia che fa traboccare un vaso colmo ormai da tempo.

Complice un’influenza che lo costringe a letto, facendogli prendere una pausa da una vita che non ammette lentezza, Francesco si abbandona ad una riflessione sul suo passato, sul suo presente e sul suo futuro, mettendo in moto un meccanismo che lo porterà a prendere una decisione irreversibile: sparire per sempre.

Ma…quanto gli costerà? E cosa succederà veramente?
Con uno stile ironico, divertente e spassoso, Paolo Panzacchi ci conduce ad una riflessione acuta e profonda sui drammi quotidiani, tipici di una vita frenetica ed esigente con la quale, bene o male, tutti ci troviamo a fare i conti e nella quale cerchiamo di districarci come meglio possiamo, a volte vincendo e a volte sfaldandoci in mille crepe come una vecchia statuetta in porcellana di Capodimonte rimasta per troppi anni dimenticata in una vetrina piena di polvere e tarli.

DRAMMI QUOTIDIANI – PAOLO PANZACCHI

PENDRAGON
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