L’irreparabile non ha una via d’uscita.
Questa cosa del tempo che cura le ferite, che si porta il via il dolore e che ci aiuta a perdonare, forse va riconsiderata.
Per quanto mi riguarda, più ci penso, più mi convinco del contrario.
Il tempo copre le cose con strati di altre cose, le spinge sempre un po’ più giù, fino a farle finire in un punto difficile da raggiungere, ma abbiamo imparato bene a scavare, ci sono giorni che scaviamo fino a farci sanguinare le mani e, alla fine, arriviamo proprio dove pensavamo di non arrivare più, laggiù dove si annida un dolore che è rimasto grande come il primo giorno.
O forse è solo che con il perdono non siamo tutti bravi allo stesso modo.
Aver avuto il privilegio, la fortuna, la possibilità di incontrare Andre Dubus III ancora prima di conoscere questa storia, ha fatto sì che io l’abbia letta con occhi diversi.
Non condizionati, non fraintendete. Piuttosto, con occhi consapevoli, con occhi preparati alla rivelazione dei danni irreparabili che un dolore atroce può provocare.
Questo romanzo nasce da una storia vera, vera come, purtroppo, tante altre identiche in tutto il mondo: un incontro che l’autore ha avuto con un detenuto che aveva ucciso la moglie e che, alla domanda Hai figli? gli ha risposto Sì, ma non mi vogliono vedere.
Daniel Patrick Ahearn, Danny, ha ucciso la moglie Linda, una ragazza di soli ventiquattro anni, per gelosia, quella gelosia incontrollabile, ingiustificata, cieca, che porta davvero all’irreparabile.
La figlia Susan, Suzie Woo Woo, aveva appena tre anni. Ed era lì.
Quarant’anni dopo, Daniel, scontata in quindici anni una pena che non dovrebbe avere mai fine, ricostruitosi bene o male una vita tranquilla e solitaria, arrivato ormai quasi agli sgoccioli della sua esistenza, continua ad essere ossessionato da quella notte.
Il danno, il sangue dappertutto, la polizia che gli strappa dalle braccia la piccola Susan e lo porta via.
Susan, ormai donna, invece non ricorda nulla di quell’orrore. Il suo trauma è nascosto sotto strati di tempo sui quali ha accumulato disagi, errori, incapacità ad amare, fughe, distruzioni.
Vive continuamente in bilico sulla sua instabilità, tentando di imparare ad amare Bobby e di accettare di poter essere amata a sua volta per quello che è.
È cresciuta con la nonna materna, Lois, Noni, e non è stata una vita facile, per nessuna delle due.
Lois, concentrata e incastrata nella responsabilità di crescere questa bambina, una responsabilità che non le ha permesso di elaborare il lutto e di scatenare l’odio incontenibile verso chi le ha strappato la vita, cerca, adesso che forse Susan ce la può fare, di trovare un equilibrio, un po’ di pace e tranquillità nel sua piccola cittadina in Florida, nel suo negozio di antiquariato, anche se la rabbia e la paura sono sempre lì in agguato.
Il disastro, il dolore, la rabbia, l’odio e la paura tornano nelle loro vite quando Daniel decide di scrivere una lettera alla figlia, una lettera in cui le dice che vuole vederla prima di morire e che sta andando a trovarla.
È passato tanto tempo, di Andre Dubus III è un grande, grandissimo romanzo, che scava e trascina in un’analisi profonda della sopravvivenza ad una ferita che non si chiuderà mai, delle conseguenze che l’irreparabile porta con sé, di una vita che non potrà mai affrancarsi dal proprio passato, della possibilità o impossibilità del perdono.
È PASSATO TANTO TEMPO – ANDRE DUBUS III
FELTRINELLI
PREZZO DI COPERTINA: € 19,50