Sarà che sono cresciuta con i telefilm americani degli anni ’80, ma, nel mio personale immaginario, il futuro tecnologico che ho sempre pensato potesse accadere ai noi poveri umani così poco perfetti è sempre stato quello tipo The Bionic Woman o The Six Million Dollar Man, o un mix dei due.
A pensarci bene, anche un po’ come The Greatest American Hero, il mio preferito in assoluto, anche se il potere di volare lo metterei più nel reparto miracoli che scoperte scientifiche.
Se devo essere sincera, ancora oggi sogno spesso di correre talmente veloce da poter fare il tragitto casa-lavoro in un paio di secondi, o di avere l’udito talmente sviluppato da poter origliare le conversazioni segrete del mio maschio adolescente senza farmi scoprire.
Ecco, dimenticatevi tutte queste cose, ormai superate, qui c’è in ballo roba molto più grossa.
Ce ne parla Mark O’Connell in questo saggio, Essere una macchina, che, da quando ho iniziato a leggere, ha contribuito notevolmente a popolare la mia attività onirica di immagini e storie piuttosto apocalittiche.
Scherzi a parte, è un libro che chiarisce decisamente bene molti aspetti relativi al futuro che ci aspetta, o, per lo meno, al tipo di futuro che più e più cricche di scienziati, sviluppatori, menti geniali, con diverse sfumature, a seconda della filosofia che li muove, starebbero progettando per noi.
Mark O’Connell, mosso dalla curiosità di saperne di più sui transumanisti, la cui idea centrale è quella di una mente disincarnata, cioè la possibilità di prendere da noi ciò che di più perfetto abbiamo, il cervello, estrarne la sua maestosa potenza e installarla su un supporto robotico che nulla ha a che vedere con il nostro corpo, che, in quanto materiale deperibile, non è affatto perfetto, parte alla ricerca di più informazioni possibili.
Lo fa andando a scovare proprio tutti quelli, o la maggior parte di quelli, che oggi hanno le mani in pasta nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie talmente avanzate da poter predire per noi, o per una evoluzione del noi diversa da come la intendiamo oggi, un futuro molto simile all’eternità.
Sembra a tutti gli effetti un viaggio fantascientifico, invece è tutto vero.
Scopriamo che più o meno a mezz’oretta di macchina da Phoenix sorge il quartier generale della Alcor Life Extension Foundation, che possiede il più grande dei quattro impianti di crioconservazione esistenti al mondo e che ospita già, sul serio, un centinaio di corpi, scusate, soggetti, in una sorta di sospensione temporale, in attesa di rinascere a miglior vita grazie agli imminenti sviluppi della scienza e della medicina. I costi ovviamente sono elevati, di conseguenza, l’accesso a questo tipo di possibilità è ristretto ad una piccola cerchia di fortunati milionari.
Ma Phoenix è solo il punto di partenza del viaggio di O’Connell.
Il suo sguardo attento e il suo atteggiamento sempre curioso lo portano a seguire un itinerario lungo e, scusatemi, a tratti piuttosto scioccante.
Si scoprono dettagli sconvolgenti sulla Singolarità Tecnologica e sull’Intelligenza Artificiale; c’è un po’ di storia sulla nascita dei primi robot e parecchie previsioni, avvallate dai recenti sviluppi tecnologici, circa il posto che potrebbero prendere nella nostra vita.
Si fanno nomi importanti e vengono poste domande e avanzati dubbi più che leciti nei confronti di una teoria (o forse quasi pratica) che, in uno scenario veramente apocalittico, potrebbe seriamente prevedere l’estinzione della specie umana in favore di qualcosa molto molto più grande.
Pur sforzandoci di mantenere quella razionalità di cui siamo dotati e che, fortunatamente, tende sempre a farci tenere i piedi per terra, è impossibile non rimanere completamente impressionati e, perché no, spaventati dall’ipotesi di un futuro che sembra stia arrivando ad alta velocità a stravolgere, se non addirittura cancellare, l’esistenza della specie umana sulla Terra, in favore di un’eternità di cui potremo, sì, forse, godere, ma sotto aspetti completamente diversi da quelli che immaginiamo o che sogniamo oggi.
Insomma, Essere una macchina di Mark O’Connell rappresenta uno di quei viaggi dai quali non si torna più come prima. E’ un trattato esaustivo e totalmente illuminante.
O’Connell, con uno stile colloquiale e molto brillante, sa coinvolgere dall’inizio alla fine e le riflessioni che ci si porta a casa sono infinite.
ESSERE UNA MACCHINA – MARK O’CONNELL
ADELPHI
PREZZO DI COPERTINA: € 19,00