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Fuenzalida di Nona Fernández

Fuenzalida di Nona FernándezUna polaroid fuoriuscita da una sacco della spazzatura lasciato in strada.

È il punto di partenza di questa narrazione in cui ricordi, storia, reale e onirico si fondono insieme su più piani narrativi che sembrano a volte scorrere a rallentatore, scanditi con la massima perfezione, secondo dopo secondo.

La polaroid, che la donna che ci racconta questa storia ha raccolto da terra, ritrae un uomo che indossa un kimono nero, un uomo piccolo, non più alto di cinque centimetri, piatto, monodimensionale, che sorride all’obiettivo mostrando tutti i denti.

La donna raccoglie la fotografia da terra, osserva la figura, non sa come mai sia finita lì, per quale strana ragione il caso abbia voluto proprio farla finire nelle sue mani, ma più la osserva, più non ha alcun dubbio: l’uomo con il kimono nero, l’uomo che sorride felice verso l’obiettivo è suo padre, Ernesto Fuenzalida.

Non lo ha mai chiamato padre, papà, papi, papino, mai, sempre e solo con il suo cognome, Fuenzalida, e di lui ha pochi e vaghi ricordi.

La donna, che per mestiere scrive telenovelas, abita da sola con il figlio di otto anni, Cosme.

È stata lasciata dal marito, Max, che un giorno, di punto in bianco, se ne è andato lasciando tutto lì, le sue cose, sua moglie, suo figlio e non è mai più ritornato.

Max si è ricostruito una vita con una Marlén, da cui ha avuto due figlie gemelle, Luisa e Lucìa.

Una volta al mese, Max passa a prendere Cosme il giovedì pomeriggio e lo riporta alla madre la domenica sera.

Cosme ha così un minimondo, un’altra famiglia, con cui trascorrere del tempo una volta al mese.

Il ritrovamento della polaroid e il riconoscimento in essa, reale o del tutto illusorio, della figura del padre, determinano nella donna il riaffiorare di ricordi confusi, che pian piano si accavallano nella sua mente e si mescolano alla storia di Santiago e della dittatura cilena, come immagini oniriche delle quali non riesce a riconoscere del tutto i confini tra sogno e realtà, nel tentativo, volontario o del tutto inconsapevole, di tessere intorno al padre una sorta di storia mitologica, un fil rouge che la riconduca dal passato al presente.

E mentre si trova a ridisegnare i contorni di un passato mitologico e frammentario, il piccolo Cosme cade in un sonno profondo dal quale nessuno riesce a risvegliarlo.

Nell’attesa del responso dei medici, con il fiato sospeso come in una telenovelas, tutti i fili del racconto prendono una posizione e si ricollocano in un presente che si riscrive, una sceneggiatura che risponde a regole ben precise e che costringe la donna a fare i conti con la propria vita.

Fuenzalida, di Nona Fernández, è un romanzo intimo e intenso che, a partire dai ricordi, scava in profondità nella costruzione di una vita, una sorta di saga familiare che permea la sfera personale di una figlia, di un padre reale e quasi mitologico, ma anche quella di una nazione stretta nella morsa della dittatura, che ferisce e taglia come la lama gelida di una spada affilata.

FUENZALIDA – NONA FERNÁNDEZ

GRAN VIA EDIZIONI

TRADUZIONE DI: Carlo Alberto Montalto

PREZZO DI COPERTINA: € 16,00

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