La tiene stretta nelle mani, Gilgi, la sua piccola vita. Il suo nome sarebbe Gisela, ma è così che si fa chiamare: Gilgi. Un nome con due i meglio si addice a gambe magre e fianchi da bambina, a minuscoli cappellini alla moda che rimangono aggrappati in cima alla testa come per magia. Quando avrà venticinque anni, allora si farà chiamare Gisela. Per adesso non è il caso.
Non ha tempo da perdere Gilgi, deve seguire la sua strada, lavorare, lavorare, correre, non sprecare nemmeno un minuto, fare esercizio, camminare, non perdersi in inutili chiacchiere, lavorare ancora, guadagnare il più possibile, risparmiare, mettere da parte tutto il denaro che le servirà per andare in Francia, in Spagna, e chissà altro dove.
Cresciuta in una famiglia noiosa, apatica e ormai grigia, fatica a respirare la stessa aria dei suoi genitori ed ogni pretesto è buono per correr via, per non avere tempo per loro.
I coniugi Kron si sono rispettabilmente annoiati fino alle nozze d’argento. Ci si ama e ci si è fedeli: un dato di fatto che ormai appartiene alla quotidianità e che non ha più bisogno di essere discusso o sentito. Riposa ben impacchettato – e anche un po’ ingiallito – insieme all’argenteria delle nozze nella credenza del diciannovesimo secolo. La noia è la garanzia della stabilità della loro relazione, e il fatto che non abbiano niente da dirsi impedisce che nutrano sospetti l’uno nei confronti dell’altra.
È tutta incasellata, la vita di Gilgi, tutta programmata e proiettata al futuro, senza alcun dubbio. Nulla smuove la determinatezza di questa giovane ventenne, forte e sicura di sé, non c’è spazio per le distrazioni o per i ragazzi, che sono una inutile perdita di tempo. Tutto procede secondo i suoi piani, fino al giorno del suo ventunesimo compleanno, quando la madre, la signora Kron, svegliandola al mattino per farle gli auguri, le confessa con marcata nonchalance di non essere la loro vera figlia, ma di essere stata adottata.
In realtà, in un primo momento, sembra che la notizia non turbi Gilgi più di tanto, ferma nella sua convinzione circa l’inutilità del perdersi in sentimentalismi. Di fatto, però, il tarlo della verità si insinua in lei e lavora piano fino a farle percorrere strade che la porteranno a saperne di più.
Il suo animo comincia a mutare, Gilgi inizia a porsi domande profonde che mettono in crisi tutta la sua struttura.
Ma il collasso definitivo arriva con la conoscenza di Martin, uno scrittore perdigiorno, nulla tenente e amante della bella vita, che la fa cadere perdutamente innamorata, strappandola totalmente alle sue ferme certezze e alla sua autonomia di donna in un mondo fatto per gli uomini.
Scritto e ambientato negli anni ’30, Gilgi, una di noi ci racconta di una donna talmente nuova e moderna, da fargli valere la censura nazista e un posto d’onore tra i roghi che accesero e illuminarono le strade tedesche di quegli anni.
Consigliato dalla Libreria del Convegno di Cremona, il 1° dicembre 2016, durante la maratona #libraiosottolalbero, mi è piaciuto molto, “Un gioiello di stile capace di raccontare con leggerezza e ironia una donna che non si arrende, alla tumultuosa ricerca di una sottile, ingorda, dirompente felicità.”
GILGI, UNA DI NOI – IRMGARD KEUN
L’ORMA EDITORE
PREZZO DI COPERTINA: € 16,00