La mia passione per Joyce Carol Oates è nata per caso, il giorno in cui una persona a cui non smetterò mai di dire grazie mi ha consigliato di leggere Sorella, mio unico amore.
Quel libro ha sancito la mia scoperta di un talento quasi soprannaturale a cui mi sono avvinghiata e al quale ricorro ogni volta che ho bisogno di leggere qualcosa in grado di farmi stare bene, sempre e comunque.
Sì, perché la scrittura della Oates ha il potere di metterti a posto anche, e soprattutto, quando, in realtà, ti sta distruggendo.
Le sue storie, o, per lo meno, tutte quelle che ho letto fino ad ora, feriscono e lacerano l’anima, scompongono il baricentro e, ogni volta, ci si ritrova a doversi ricostruire. Ed è proprio questo doversi ricostruire che poi, alla fine del processo, mi fa stare bene. Bene come quando, dopo aver affrontato e superato il peggio, metti un punto fermo ad un capitolo e, finalmente, puoi voltare pagina.
Ho fatto la spia è il suo ennesimo capolavoro.
Ancora una volta, e come sempre in maniera magistrale, la Oates affronta i temi a lei più cari, la famiglia, l’amore distorto e malato, la violenza, il razzismo, il baratro di una solitudine che si staglia prepotentemente sullo sfondo di una realtà fondata su un apparente senso di comunità che combatte, in realtà, ogni giorno, la guerra alla sopravvivenza, all’oppressione del più debole.
La Oates fa a pezzi l’America, seziona gli aspetti più oscuri di quel mondo al quale siamo abituati a guardare con occhi sognanti e, attraverso pagine e pagine di perfezione letteraria, ci racconta la spietata realtà.
Violet Rue ha solo 12 anni quando la sua vita cambia per sempre.
La più giovane di una famiglia numerosa, una famiglia proletaria, di origini irlandesi, che vive a South Niagara, una piccola realtà nello stato di New York. Una famiglia fortemente patriarcale, chiusa e determinata a proteggere i propri confini a qualunque costo.
A segnare il destino di Violet Rue è una tragedia in cui sono coinvolti i suoi due fratelli maggiorni, Jerome Jr e Lionel, che una sera, completamente ubriachi, investono un giovane afroamericano, lo colpiscono ripetutamente con una mazza da baseball e lo lasciano in fin di vita sul ciglio della strada. Il giovane muore e gli ingranaggi della giustizia fanno fatica a mettersi in moto.
Jerome Kerrigan, il padre di Violet, fa di tutto per proteggere l’innocenza dei suoi ragazzi, nonostante l’evidenza. La famiglia non si tocca.
Ma Violet, che ha capito, non riesce a mettere a tacere la propria coscienza e, in uno stato febbrile e sofferente, confessa tutto al preside della scuola e alla polizia. I fratelli vengono incriminati e lei allontanata dalla famiglia, colpevole del peggiore dei peccati: tradimento.
L’esilio, a soli 12 anni, l’adolescenza, le scelte sbagliate, gli abusi, i sensi di colpa, la paura, l’odio, il terrore della vendetta, porteranno Violet Rue a far luce sulla sua educazione familiare, sul suo essere donna, sull’impronta distorta a malata che le radici posso imprimere alla propria vita, sulla consapevolezza che, per poter uscire da un vortice infinito di violenza, può solo contare su se stessa, su una forza rimasta nascosta e soffocata per troppo tempo.
Ho fatto la spia, di Joyce Carol Oates, affonda la lama su tutto ciò che può esserci di più terribile e sbagliato alla base di quel nucleo sociale, la famiglia, che dovrebbe essere fonte di sicurezza e protezione e non di violenza e orrore; racconta la ferocia dei sentimenti e il potere, impietoso e implacabile, della dipendenza. Tutto questo in quasi 500 pagine di pura bellezza.
HO FATTO LA SPIA – JOYCE CAROL OATES
LA NAVE DI TESEO
PREZZO DI COPERTINA: € 20,00