Sono nato in un villaggio senza nome, in una nazione senza importanza. Mia madre, Esther, chiedeva la carità nel villaggio, andava anche a letto con gli uomini, contadini che le davano farina, mais, latte.
La costante fusione di realtà e finzione caratterizza anche questo romanzo di Agota Kristof, definitivamente la mia scrittrice preferita.
La sua abilità nel raccontare, attraverso la voce dei suoi protagonisti, i dettagli di una vita vera e immaginaria, lasciano sempre il lettore libero, o confuso, nella sua interpretazione.
Tobias cresce in una paese senza nome, altra costante della Kristof, quella di non dire mai i nomi dei paesi e delle città dove si svolgono queste vite, da qualche parte, in un indefinito paese dell’est europeo, con una madre che si prostituisce per tirare a campare, deriso ed escluso dai compagni di scuola.
Diversi uomini entrano ed escono da casa sua, uno di questi è suo padre, il maestro del paese, e, quando Tobias lo scopre, lo uccide, insieme alla madre, con un lungo coltello da cucina, senza pensarci due volte.
Cresce. E fugge da un passato carico di dolore e solitudine. Il suo ieri.
Oggi, invece, si ritrova in terra straniera, con un nome nuovo, Sandor, tra gente sconosciuta, a fare una lavoro totalmente alienante: operaio in una fabbrica di orologi, tutti i giorni gli stessi gesti, ripetuti all’infinito.
Così Tobias, Sandor, scrive. Scrive per non sentirsi solo, per immaginarsi un futuro che non ci sarà mai. Scrive perché è l’unica cosa che possa fare.
Ma il passato ritorna, e lo trova. Il suo ieri lo trova nella persona di Linne, la sua amata, nonché sorellastra, che arriva nella grande città e lavora in fabbrica, anche lei.
Il tempo che si era fermato, in uno ieri fatto di disperazione, ricomincia a scorrere con l’arrivo di Linne, l’unico ieri che potrebbe costruire il suo domani. Ma non è così per Linne, che, nel frattempo, ha costruito la sua vita, la sua famiglia, una matrimonio, una figlia. Per lei il tempo non sì è fermato, ha continuato a scorrere e, nonostante il suo amore per Sandor/Tobias, Linne questa vita non la vuole spezzare.
Oggi ricomincio la corsa idiota. Mi alzo alle cinque di mattina, mi lavo, mi faccio la barba, mi preparo un caffè e vado, corro fino alla piazza Principale, salgo sul bus, chiudo gli occhi, e tutto l’orrore della mia vita presente mi salta al collo.
Ieri di Agota Kristof è un romanzo doloroso, che fa riflettere sulla costante presenza del passato nella nostra vita, un passato che non si può cancellare mai e che, prima o poi, ritorna a presentarci il conto.
IERI – AGOTA KRISTOF
EINAUDI
TRADUZIONE DI Marco Lodoli
PREZZO DI COPERTINA: € 10,00