Mentre Milano rimane attonita e disturbata davanti all’ennesimo ritorno di ciò che non dovrebbe essere mai più, alla vigilia di una manifestazione importante che tutti gli anni ci chiama a raccolta in difesa della libertà (e per fortuna siamo in tanti), io finisco di leggere questo romanzo, che è di una bellezza disarmante e sulle cui pagine, piene di storia e talvolta provocanti, non mi vergogno a dirlo, ho provato dolore e commozione.

Ho accompagnato Giulio nel viaggio più importante della sua vita e spero che lui abbia percepito i miei abbracci stretti, ogni volta che ne ha avuto bisogno.

Federico Rallo, ex direttore d’orchestra di una certa fama, padre di Giulio e Pietro, si era stabilito a Berlino ormai da diversi anni, direttore della Filarmonica.

Ossessionato dall’esecuzione perfetta della Nona Sinfonia di Beethoven, spende una vita nel tentativo di riprodurla esattamente come quella diretta da Furtwängler nel 1942 in occasione del compleanno di Hitler.

Ma la sua ossessione, per la quale costringe l’orchestra ad innumerevoli ed estenuanti prove, gli costa una rivolta dei musicisti, l’accusa di nazismo, la fine della sua carriera.

Stretto nel rimorso dei suoi errori, una famiglia distrutta dal divorzio, l’allontanamento dei figli, la solitudine, incapace di perdonarsi e colmare il vuoto che lo attanaglia, si rifugia nella storia, quella storia atroce che ha cambiato il destino del mondo.

Giulio, il figlio minore, appresa la notizia della morte del padre, parte alla volta di Berlino, da solo, per sbrigare tutte le pratiche inerenti la sepoltura, la casa, l’eredità.

Non è con lui Pietro, il fratello maggiore, che ha interrotto i rapporti con il padre molti anni prima per non aver sopportato il tradimento che ha portato alla distruzione della famiglia.

Non è con lui la madre, che ormai vive in Vietnam con il fidanzato svizzero, completamente presa dalla propria esistenza.

Una famiglia disgregata, fatta a pezzi, vuota.

E a Giulio tocca l’arduo compito di raccogliere i cocci di un padre scomparso all’improvviso, ma perso già da tempo, che, nell’appartamento di Berlino, tra oggetti, libri, fotografie e file archiviati su un Mac, assumerà un’immagine completamente nuova, raccontando una storia che il figlio non avrebbe mai potuto immaginare. 

Il cuore e la tenebra, è un romanzo con cui Giuseppe Culicchia tocca le corde più sensibili dell’anima e trascina nelle tenebre più profonde, quelle del fallimento, della solitudine, dell’ossessione, dell’amore, della nostalgia di un tempo che non può più tornare, del rimpianto. Ma anche quelle di un’Europa cupa e nera.

Una riflessione importante che ci fa spalancare gli occhi sull’abisso del vuoto creato dai nostri disastri e sull’abbandono ad un’ossessione per una colpa ancora più grande come rifugio per salvarci dalla nostra tenebra.

IL CUORE E LA TENEBRA – GIUSEPPE CULICCHIA

MONDADORI

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