Nel vortice dei postumi di una sbronza colossale presa la sera prima, e dopo un notte passata allo sfascio, a Davide mancava solo di trovare, davanti alla porta di casa, il cadavere di una nutria scorticata e congelata.
Davide Aloisi, protagonista di dubbia morale, affetto da cefalea cronica, disturbo che gli ha aperto un lasciapassare, un varco direi, al consumo spropositato di qualunque tipo di farmaco, mixato a piacimento a seconda della situazione, non disdegna nemmeno la bottiglia, che consuma in quantità spropositate, spesso in combo con i medicinali di cui sopra.
Un soggetto interessante, sicuramente fuori dagli schemi, con una vita trascorsa a concludere il nulla (ma è colpa della cefalea) e nella quale si ritrova a rimuginare e riflettere costantemente, arrovellando il suo cervello tra teorie filosofiche che monta e disfa continuamente in un vortice di pensieri sempre in bilico tra onirico e reale.
È circondato da una serie di personaggi bizzarri che, insieme a lui, popolano un intero borgo a Capalbio.
La madre, Eufemia, costretta a letto da una malattia, trascorre le giornate ad inveire e maledire tutti, a partire dal defunto marito che non le ha nemmeno risparmiato il dispiacere di toglierle di mezzo la vista dell’amante Bruna, che abita in un piccolo appartamento dello stesso stabile.
Il nipote, Giulio, la perfetta incarnazione del senso di colpa con cui Davide convive ogni giorno da quando, a causa di una delle sue innumerevoli sbronze, viene portato al pronto soccorso e, nel tentativo di raggiungerlo, in un incidente stradale, muoiono in un colpo solo padre, sorella e cognato. Un disastro.
Dorota, badante cubana di Eufemia, donna forte e di gran cultura, sfoggia un italiano invidiabile ed è la madre di Esteban, concubino a piacimento sia di Davide che di Giulio, esperto di rituali religiosi e di purificazione.
Don Stefano, parroco dalla morale alquanto discutibile, compulsivo divoratore di Philip Roth, instancabile rilettore delle Cronache del Ghiaccio e del fuoco, eccentrico interprete dell’opera di Jung, adora giocare a Risiko e ospita spesso gli amici in parrocchia per lunghe e alcoliche partite notturne.
E in questo contesto, ecco che arriva il cadavere di nutria ad alimentare le già infinite elucubrazioni mentali di Davide.
Chi l’ha lasciata lì? Perché? Quale messaggio nasconde? È una minaccia? Un avvertimento?
Certo che il fatto sia dovuto ad un qualche forma di vendetta causata da una sua colpa, Davide passa in rassegna tutte le persone che lo circondano, cercando di individuare in ognuno l’indizio che potrebbe portarlo a scoprire la verità, lasciandosi andare a dissertazioni mentali articolate che sono veri e propri viaggi filosofici, costanti interrogazioni sull’essere e sull’esistenza, in un continuo entrare e uscire da sogno e realtà, una dimensione in cui tutto si fonde al limite del grottesco e dell’impossibile.
Il giorno della nutria, di Andrea Zandomeneghi, con un cifra stilistica elevata all’ennesima potenza grazie ad una padronanza linguistica eccellente e brillante, è un romanzo che trasporta, diverte e fa riflettere, e sarà sicuramente in grado di animare una accesa e interessante conversazione questa sera, in occasione del nuovo incontro di #AbsoluteBeginners, il gruppo di lettura di Elena, La lettrice geniale.
Ci vediamo alle 19.30 in #scatolalilla, la libreria di Cristina Di Canio, a Milano (via Sannio 18 – linea gialla fermata MM Lodi T.I.B.B.).
IL GIORNO DELLA NUTRIA – ANDREA ZANDOMENEGHI
TUNUÉ
PREZZO DI COPERTINA: € 16,00