Quando sta per uscire un nuovo libro di qualcuno che amo molto, qualcuno di cui ho letto praticamente tutto, di cui non mi perdo niente, di cui mi fido ciecamente, nel periodo di tempo che passa tra la comunicazione della nuova uscita e il giorno vero e proprio, chiamatelo l’attesa, il sabato del villaggio, la vigilia di natale, come volete, ecco, in quel momento lì io solitamente non mi documento, non vado a cercare informazioni, non leggo trame, non faccio niente.
Semplicemente aspetto. Mi metto in attesa di quell’attimo che più mi piace, l’istante perfetto, quello in cui, libro alla mano, carica di aspettative, tengo strette infinite possibilità.
C’è una cosa però che, soprattutto con Murakami, ma devo dire anche con Stephen King, mi piace fare nel periodo dell’attesa, solitamente a ridosso dell’uscita. Mi piace rileggere qualcosa, poche pagine, di qualche lavoro precedente. Non so perché, forse per riprendere il filo del discorso, rientrare in connessione, chissà.
Qualche giorno prima che uscisse La città e le sue mura incerte ho pescato un Murakami a caso per rileggerne qualche passo e mi sono ritrovata nella strana incantata città de La fine del mondo e il paese delle meraviglie.
Chi mi conosce un po’ lo sa, io sono quella che dice “i libri non arrivano mai a caso, ti trovano sempre”. Provate quindi a immaginare quando, già completamente catturata dalla storia, arrivo a pagina 13 e leggo:
In autunno le bestie, per prepararsi ad affrontare il freddo dell’inverno in arrivo, si coprono di un mantello dorato.
Tornata là in pochissime righe. Fiato sospeso, espressione stupita, incredula, battito un pochino più veloce. Mille domande in testa, perché siamo di nuovo qui? Quanto è importante questo posto per Murakami?
Non conoscevo la nascita de La città e le sue mura incerte, non sapevo che la sua prima stesura risalisse al 1980, ignoravo tutta la storia intorno a questo lavoro ritenuto acerbo e non soddisfacente al suo stesso autore, che lo ha lasciato lì per un po’ di tempo, intanto ha scritto altro, è cresciuto, ha sviluppato la sua capacità narrativa e nel 1985 ha dato alla luce La fine del mondo e il paese delle meraviglie, due storie parallele, profonde e stracolme di riflessioni e che, in conclusione, si fondono in un unico finale, uno dei miei libri preferiti di Murakami, anche se non ne sono così sicura, perché, ogni volta la mia classifica cambia, dipende dall’umore e dalle emozioni, forse dovrei semplicemente smetterla di fare classifiche, mi piacciono tutti i libri di Murakami, dal primo all’ultimo.
Insomma, La fine del mondo e il paese delle meraviglie sembrava un buon modo per mettere un punto fermo alla storia di quella strana, onirica, paurosa e meravigliosa città. Ma, forse, poteva essercene un altro…
Sono passati quarant’anni, quaranta lunghissimi anni, un tempo enorme durante il quale Murakami è diventato Murakami, ha creato mondi infiniti e avvolgenti dai quali io non sono mai uscita, ci ha stravolto la prospettiva con doppie lune e pozzi misteriosi ed eccolo qui, è tornato.
Era contento de La fine del mondo e il paese delle meraviglie, ma non abbastanza da lasciare andare quella città. Non abbastanza da non doverci tornare di nuovo e restituirci, con La città e le sue mura incerte quello che io, a dispetto di ciò che ho detto prima circa lo smettere di fare classifiche, ritengo essere il Murakami all’ennesima potenza, perché dentro queste pagine c’è tutto, c’è il ritorno a un luogo delle origini, c’è la trasformazione avvenuta nel tempo e ci sono elementi di tutto quello che è successo in questi quarant’anni, c’è Norwegian Wood, Nel segno della pecora, L’uccello che girava le viti del mondo, tutto, come un cerchio perfetto.
Due adolescenti, diciassette anni lui, sedici lei, si conoscono ad un concorso letterario. Lui prende l’iniziativa e le lascia il suo indirizzo, proponendole di scriversi. Si scrivono, si trovano e si innamorano. Vivono in due città diverse, non è facile riuscire a vedersi, ma, ogni volta che possono, trascorrono insieme, passeggiando e raccontandosi, quelle che a loro sembrano le ore più belle della loro vita, avvolti dall’incanto del loro primo amore.
Durante questi incontri, lei inizia a parlargli di una città misteriosa, circondata da alte mura, attraversata da un fiume, con tre ponti di pietra, una torre di guardia, una piazza con un orologio senza lancette, unicorni dal mantello dorato, uccelli che non si vedono mai ma di cui si sente sempre il canto.
La vera lei vive lì, quella davanti a lui è solo un’ombra. La sua reale esistenza è in quella città circondata da alte mura, e lì lei lavora in una biblioteca speciale, il suo compito è quello di aiutare il Lettore dei sogni, di tutti i sogni che sono custoditi in quella biblioteca.
Il tuo ruolo, nella biblioteca, è proteggere i vecchi sogni allineati sugli scaffali, custodirli con cura. Scegliere quelli che vanno presi, segnare sul registro quelli già letti. Aprire la porta d’ingresso poco prima del tramonto, accendere le lampade, e la stufa nella stagione fredda. Assicurarti che ci siano provviste inesauribili di olio di colza e di legna. Inoltre preparare la tisana lenitiva per il Lettore dei sogni – per me. La tisana verde che mi cura gli occhi, ed è un balsamo per il mio cuore.
Lui dovrà essere il nuovo Lettore, perché ne possiede i rari requisiti necessari.
Nel tempo in cui si frequentano, lui annota ogni dettaglio di quanto lei gli racconta su quel mondo che è solo loro, che stanno costruendo insieme.
Finché un giorno lei scompare senza lasciare traccia e vano sarà ogni tentativo di ritrovarla, fino a quando lui, che non si arrende allo scorrere del tempo e continua ad amarla, capisce che per poter dare un senso alla sua esistenza e trovare le risposte che cerca da una vita, deve superare i limiti della razionalità ed essere disposto a sconfiggere le barrire spaziotemporali, perché solo chi lo desidera davvero può superare quelle alte mura ed entrare finalmente nella città dove si leggono i sogni.
La città e le sue mura incerte, di Murakami Haruki, è un’opera totalizzante, che esplora i temi della solitudine, delle relazioni, dell’identità, della ricerca del significato più profondo dell’essenza umana. Mi ha coinvolta a tal punto da portarmi a credere, in alcuni tratti, di essere stata scritta per me, mi ci sono vista, specchiata e, ogni tanto, spaventata.
L’abilità, sempre maggiore, di Murakami di intrecciare elementi fantastici e riflessioni filosofiche, mondo onirico e mondo reale, trasforma la lettura in un’esperienza completamente immersiva ed emotivamente coinvolgente, capace di trasportarti, senza la minima esitazione, in un mondo parallelo, dove le regole della logica non esistono più.
Sono passati diversi giorni da quando ho chiuso l’ultima pagina e io sono ancora là, tra quelle mura altissime e mutevoli, in quella città dove gli unicorni, per prepararsi ad affrontare il freddo dell’inverno, si coprono di un mantello dorato.
LA CITTÀ E LE SUE MURA INCERTE – MURAKAMI HARUKI
EINAUDI EDITORE
TRADUZIONE (come sempre magnifica) DI: Antonietta Pastore
PREZZO DI COPERTINA: € 23,00