Furukura Keiko è una bambina strana e fuori posto e il mondo non perde occasione per farglielo notare.
Come quel giorno al parco, quando, insieme ai suoi compagni di gioco, trova un uccellino morto e, mentre tutti si chiedono cosa fare e se sia il caso di dare al piccolo animaletto una degna sepoltura, lei lo mostra alla madre chiedendole se non sia invece opportuno portarlo a casa e cucinarlo per cena.
Dopotutto mio padre andava matto per gli yakitori, e io e la mia sorellina festeggiavamo ogni volta che in tavola c’era pollo fritto.
Ciò che ai suoi occhi è logico e razionale, agli occhi degli altri appare come una cosa fuori dal mondo, inaccettabile.
Questa e altre esperienze simili fanno in modo che Furukura Keiko cresca isolata da tutti e con una madre sempre più disperata per questa figlia che non ha proprio nessuna intenzione di conformarsi al resto della società e diventare una persona normale.
Allora Keiko capisce che, se vuole arrivare a farsi lasciare in pace da tutti, deve trovare un posto nel mondo che metta a tacere le ansie di una società che vuole vederla sistemata.
La sua comfort zone la trova abbandonando gli studi universitari per lavorare come commessa in un konbini, un piccolo convenience store giapponese aperto 24/7.
Le regole del konbini e le giornate scandite da una sequenza ben ordinata di cose da fare la fanno finalmente stare bene, non c’è niente di meglio, per Keiko, che attenersi a regole e ordini ben precisi per vivere diligentemente come tutto la vogliono.
Ma il tempo passa e dopo diciotto anni Keiko è ancora un’impiegata con un contratto part-time.
Le ansie della famiglia e della società tornano a farsi sentire, perché una donna, raggiunta una certa età, non può essere ancora una commessa a tempo determinato, deve trovare una marito e mettere su famiglia.
La sua vita scandita dalle regole da manuale del konbini viene nuovamente messa in discussione, dagli altri.
L’incontro con Shiraha, un nuovo collega un po’ strano, in cerca di una moglie e convinto che il mondo si sia fermato ai tempi della preistoria, si presenta come l’occasione per Keiko di fare qualcosa per mettere nuovamente a tacere gli assetati di normalità.
Invita Shiraha, senza lavoro e senza una casa, a stare da lei, organizzando, in questo modo, una condivisione di comodo per tutti e due, che ben presto si trasforma nella decisione di lasciare il suo amato konbini nel tentativo di mettere veramente su famiglia e accontentare tutti.
Il mondo non è mai cambiato, è rimasto sempre uguale fin dal periodo Jomon. Gli individui inutili per la comunità vengono eliminati. Sei un uomo incapace di cacciare? Via, non servi! Sei una donna che non può procreare? Sparisci, togliti dai piedi! La società moderna finge di mettere al centro del mondo l’individuo, ma in realtà tutti quelli che non si adeguano alle norme sono scartati, neutralizzati e messi al bando, senza alcuna pietà!
Riuscirà Keiko ad abbandonare il suo universo per una normalità che non le appartiene? Riuscirà a rinunciare al suo konbini?
La ragazza del convenience store di Murata Sayaka, romanzo brillante, che nel 2016 si è aggiudicato il prestigioso premio Akutagawa, è una profonda riflessione sulla difficoltà e il prezzo da pagare per trovare il proprio posto nel mondo e a far sì che questo posto possa in qualche modo soddisfare le aspettative della società, una società che troppo spesso mira a cancellare l’individualità in favore di una normalità del tutto apparente.
LA RAGAZZA DEL CONVENIENCE STORE – MURATA SAYAKA
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