Quanto possono far male i pregiudizi?
E come può crescere un’anima forgiata esclusivamente dall’abbandono e dal rifiuto?
Ce lo racconta bene Delia Owens, autrice e naturalista americana pluripremiata per i suoi saggi, in questo suo primo romanzo che il The New York Times Book Review ha definito un magnifico debutto con molte anime.
Kya vive in una baracca fatiscente, nei pressi della palude, a Barkley Cove, un piccolo villaggio di pescatori situato sulle frastagliate coste del North Carolina.
Sola, abbandonata da tutti coloro che, per un certo tempo, hanno fatto parte della sua numerosa e incasinata famiglia.
La prima ad andarsene è la madre che, dopo aver sopportato per anni la violenza di un marito alcolizzato, non è più in grado di sostenere la situazione e, vittima di una forte depressione, lascia tutto e tutti, forse senza nemmeno rendersene conto.
Per molto tempo Kya, la più piccola, trascorre ore e ore sulla veranda in attesa di vederla tornare, ma quando comincia a realizzare che non la rivedrà mai più, si trova a subire, nel giro di poco tempo, anche l’abbandono da parte di tutti i fratelli, che, uno ad uno, scappano da quella casa e da quel padre violento, alla ricerca di una vita migliore.
Anche Jodie, l’unico fratello rimasto al suo fianco, dopo l’ennesimo scontro violento con il padre, se ne va per non tornare mai più.
Tutti la lasciano e nessuno la porta con sé, e Kya, a soli sei anni, si ritrova a vivere con una padre sempre ubriaco e di cui non si può fidare, un padre che, dopo un breve periodo di lucidità, durante il quale lei ha potuto godere di alcuni sorrisi, dell’insegnamento della pesca e di una rozza ma pur sufficiente forma di affetto, torna ad aggrapparsi alla bottiglia e un giorno se ne va, anche lui per sempre e chissà dove, come tutti gli altri.
Kya rimane sola e, facendo di necessità virtù, impara in fretta a contare solo su se stessa e su tutto ciò che la palude, sua unica fedele compagna, può insegnarle.
La natura e tutte le sue creature la proteggono e le insegnano la vita e non c’è altro luogo, per lei, dove sentirsi più al sicuro.
Di certo non in città, dove la gente la guarda come se fosse un’appestata, la addita, la giudica e la emargina, costringendola a rintanarsi sempre più nei propri spazi e a nascondersi e scappare ad ogni suono o rumore che non le sia familiare.
Sono pochi i legami che riesce a creare con il mondo esterno e, da questi, Kya impara, nel corso degli anni, a conoscere l’amore, in tutte le sue forme, a capire quanto possa essere bello, quanto possa far male e quanto possa essere doloroso provare, ancora una volta, l’abbandono e il tradimento e capisce che la sua solitudine è l’unica cosa su cui possa veramente fare affidamento.
Quando il corpo senza vita di Chase Andrews viene ritrovato nella palude, tutti i sospetti ricadono su di lei, la selvaggia ragazza sedotta e abbandonata, la cui voglia di vendetta rappresenta un movente determinante che trasforma velocemente i sospetti in incrollabili certezze.
L’alternarsi del racconto della vita di Kya a quello delle indagini e del processo per la soluzione di un omicidio misterioso rende queste pagine avvincenti ed emozionanti, arricchite da una scrittura in cui emerge chiaramente la maestria e la profonda devozione della scrittrice per la natura e per tutti i suoi molteplici fenomeni, che il più delle volte hanno del miracoloso e ci lasciano senza fiato.
L’epilogo, straordinario ed imprevedibile, conduce inevitabilmente a riflettere e a mettere in discussione i labili e sottili confini che dividono il bene dal male.
La Ragazza della Palude, di Delia Owens, trascina, tra molteplici emozioni, battiti accelerati e, non mi vergogno a dirlo, qualche lacrima bloccata in gola, nella storia commovente di una vita segnata dal rifiuto, dall’abbandono, dai pregiudizi, ma anche da una natura che si fa madre protettiva e che, a differenza dell’uomo, sa sempre da che parte stare.
LA RAGAZZA DELLA PALUDE – DELIA OWENS
SOLFERINO
PREZZO DI COPERTINA: € 18,00