C come Consigli di lettura

Le schegge di Bret Easton Ellis

Le schegge di Bret Easton Ellis“We walked in the cold air
Freezing breath on a window pane, lying and waiting
A man in the dark in a picture frame so mystic and soulful
A voice reaching out in a piercing cry, it stays with you until
The feeling has gone, only you and I, it means nothing to me
This means nothing to me
Oh, Vienna”

Con Vienna degli Ultravox che risuona costantemente nelle orecchie, in un loop ininterrotto che dura da settimane, con un senso di inquietudine e smarrimento ancora addosso nonostante io abbia finito di leggere il libro ormai un mese fa, con l’ansia di controllare sempre che le porte siano ben chiuse prima di andare a dormire, sono decisamente pronta a dichiarare Le schegge il mio libro dell’anno, quello che davvero volevo, desideravo, necessitavo.

Bret Easton Ellis ritorna in grande stile, è di nuovo lui, lo riconosci in ogni riga, in ogni parola, nell’adolescenza di Meno di zero, nei suoi elenchi maniacali, nelle descrizioni quasi ossessive di tutto, a partire dall’abbigliamento, come in American Psycho, nella cultura e passione cinematografica, nella capacità di inchiodarti con mezza frase, e, contemporaneamente, è un altro lui, è più grande, più potente, imperiale. Torna e vince tutto.

Dieci righe e sei con lui, sulla Pacific Coast Highway, sulla sua macchina, una Mercedes 450SEL, con la sua musica, Ultravox, Blondie, Duran Duran, The Cure, quella musica degli anni ‘80 che è struggente e totalizzante come sono stati quegli anni e che, da quando ho scoperto la playlist già pronta su Spotify non smetto più di ascoltare. E da lì non scendi più, e sai, lo sai subito, che qualcosa sta per capitare, l’ansia, l’inquietudine, la paura ti accompagnano fino in fondo e non puoi mollare perché ormai lui ti ha preso e non ti lascia, il Pescatore non ti libera. Nemmeno dopo.

È il 1981, siamo a Los Angeles, alla Buckley, una prep school di prestigio, riservata ai prestigiosi figli delle prestigiose famiglie della zona.

Tutto, qui, è di prestigio e tutto è vissuto all’ennesima potenza, alla massima velocità.

L’eccesso smisurato che permea la quotidianità di questa realtà non risparmia nulla, scuola, famiglie (per lo più assenti dalla vita dei figli), case, auto, vacanze, abbigliamento, sport, ristoranti, feste, sesso, alcol, droga, psicofarmaci.

Quindi, dicevamo, siamo nel 1981, alla Buckley, a Los Angeles. Bret e i suoi privilegiati amici, decisi a godersi la spensieratezza dell’estate che precede l’ultimo anno di scuola, vivono a piene mani la loro enorme vita fortunata, falsa, certo, ma pur sempre bellissima ed eccitante.

Finché a settembre, con la ripresa degli studi, arriva in classe un nuovo compagno, Robert Mallory, che segnerà la fine del paradiso e l’inizio dell’inferno.

Intelligente, affascinante, carismatico, Robert Mallory ci mette poco a conquistare le simpatie del piccolo gruppo, ma porta con sé un segreto che lo rende oscuro anche agli occhi di chi gli è più vicino. Completamente sedotto da Robert, Bret sviluppa per lui una forte ossessione, un’attrazione quasi incontrollabile, che va in netto contrasto con l’angoscia e la paura che l’animo oscuro di Robert gli fa provare. Bret ne è terrorizzato. Soprattutto da quando il Pescatore a strascico, un pericoloso killer che proprio in quegli anni sta colpendo la zona di Los Angeles, sembra sempre più deciso a cercare la prossima vittima proprio all’interno del gruppo di ragazzi della Buckley, forse lo stesso Bret.

Indizi, minacce e inquietanti coincidenze portano il sedicenne Bret, già all’epoca dotato di grande immaginazione e abilità narrative, in procinto di concludere il suo romanzo d’esordio, e sempre più consapevole della fine dell’età dell’innocenza, a costruire il quadro di una storia fortemente in bilico tra lucidità e follia, ragionevolezza e paranoia.

Se con la maggior parte delle storie spaventose e agghiaccianti che leggiamo, alla fine, chiusa l’ultima pagina, passa tutto, e, anzi, come è opinione diffusa, ci sentiamo quasi al riparo, perché ne siamo rimasti fuori, abbiamo guardato da una finestra, è capitato a qualcun altro, il male, l’orrore sono isolati e racchiusi lì dentro, libro chiuso, finito, con Bret Easton Ellis questo non succede, perché lui ti porta dentro, ti porta dove vuole, ti fa vedere e sentire quello che vuole, e la capacità di capire e giudicare con razionalismo e imparzialità si perde, la distanza si cancella, la lucidità vacilla e tutto rimane spaventoso e agghiacciante.

Quindi sì, è tornato, è violento, pauroso, ambiguo, sexy, pornografico. Ed è meraviglioso.

LE SCHEGGE – BRET EASTON ELLIS

EINAUDI EDITORE

TRADUZIONE DI: Giuseppe Culicchia

PREZZO DI COPERTINA: € 23,00

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *