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Lungo petalo di mare di Isabel Allende

Lungo petalo di mare di Isabel AllendePrepariamoci, ragazzi,

a uccidere di nuovo, a morire nuovamente,

e a coprire di fiori il sangue.

Pablo Neruda

Insanguinata fu ogni terra dell’uomo,

in Il mare e le campane

Tornare a leggere Isabel Allende dopo tanto tempo è stato come tornare a casa.

Se mi si chiedesse di descrivere in poche parole cosa mi ha lasciato questo libro, direi, senza alcuna esitazione, un grande abbraccio, di quelli che durano tanto e che non dimentichi più.

Non conoscevo la storia del Winnipeg di Pablo Neruda e dei profughi in fuga dalla guerra civile spagnola che arrivano in Cile, dove l’accoglienza e la capacità di inclusione permettono loro di integrarsi perfettamente e di vivere serenamente in un paese che non aveva ancora conosciuto gli orrori della dittatura.

La storia di Victor e di Roser è una storia di coraggio e di amore incondizionato.

Nel 1938, in piena guerra civile spagnola, Victor Dalmau non era ancora un medico, non aveva finito gli studi, ma al fronte c’era bisogno di quante più mani possibile e il giovane Victor si dà da fare con i feriti, ne arrivano continuamente, anche ragazzini,

reclutati quando ormai non erano più rimasti né giovani né vecchi per la guerra.

L’arrivo di un piccolo soldato in punto di morte, con il petto squarciato, il cuore esposto e ormai spacciato, segna la svolta nella vita di Victor, che guarda il ragazzino esalare l’ultimo respiro e, quasi ipnotizzato dalla vista di quella cavità sanguinosa dove nulla batteva più, senza rendersene conto (e non se lo sarebbe spiegato mai, nemmeno in futuro), decide di prendere quel cuore tra la dita e comprimerlo varie volte, a ritmo cadenzato e regolare, per un tempo indefinito, fino a sentirlo tornare a palpitare, proprio nelle sue mani.

Quel miracolo segna il suo destino di medico e di uomo, e il ricordo del ragazzo lo accompagna negli anni a venire.

Alla fine della guerra, con la dilagante dittatura di Franco, Victor Dalmau e Roser Bruguera, un’eccellente pianista che viveva con i Dalmau, sono costretti, come molti altri, a lasciare la propria casa, la propria città, Barcellona, e a tentare di raggiungere i Pirenei e valicare i confini verso la vicina Francia, nella speranza di trovare rifugio in un luogo sicuro dove poter ricominciare a vivere.

Si fingono sposati e insieme, superando numerose difficoltà, raggiungono Bordeaux, dove riescono ad imbarcarsi sul Winnipeg di Pablo Neruda e ad arrivare in Cile, il “lungo petalo di mare e neve”, come lo descrive lo stesso poeta.

Era una stravagante città fatta di scale e ascensori e strette mulattiere, di case assurde aggrappate a ripide salite, piena di cani randagi, povera e sporca, una città di commercianti, marinai e vizi, come quasi tutti i porti, ma meravigliosa. Dalla nave brillava come una città mitica punteggiata di diamanti. Nessuno andò a dormire quella notte; rimasero tutti sul ponte ad ammirare quello spettacolo magico e a contare le ore. Victor avrebbe ricordato quella notte come una delle più belle della sua vita.

Qui riescono a ricostruirsi una vita, grazie all’accoglienza di un paese fortemente inclusivo.

Roser insegna pianoforte, viene invitata a suonare agli eventi più importanti del paese e diventa sempre più famosa.

Victor prosegue con la sua attività di medico, dedicando anima e corpo alla cura e all’assistenza dei suoi pazienti.

Conoscono molte persone ed entrano in contatto con gli esponenti più influenti della società, della cultura e della politica cilena, tra cui Salvador Allende.

Più passano gli anni, più si sentono parte del destino del paese.

Fino a quando il golpe del 1973 fa cadere il presidente Allende e, con lui, il sogno della democrazia.

In men che non si dica, si ritrovano ad essere ancora dei fuggiaschi, dopo aver subito, di nuovo, terribili atrocità.

Sarà il Venezuela, questa volta, ad accoglierli, un luogo dove potranno nuovamente ricominciare, dove troveranno, un’altra volta, la forza e il senso, perché

se si vive abbastanza, i cerchi si chiudono.

Lungo petalo di mare, di Isabel Allende, è una storia che attraversa un arco di tempo vasto e così ricco di avvenimenti ed emozioni che forse alla fine sembra di aver vissuto più di una vita e il cuore è pieno.

È un romanzo che, sulla musica delle poesie di Neruda, mi ha fatto sentire piccola, spettatrice inerme di un destino fatto di coraggio, amore, resistenza; che mi ha insegnato molto e che mi ha fatto capire l’importanza di crederci sempre, nonostante la vita continui ad alzare l’asticella della sopportazione, ponendoti di fronte a cose disumane; un romanzo che solca la storia del Ventesimo secolo, che racconta un passato che torna e si fa presente sotto i nostri occhi, tutti i giorni, sempre di più.

Ringrazio qui di cuore Feltrinelli per avermi dato la possibilità di assistere, in prima fila come a scuola e con il libro in grembo (citando un’amica) ad un evento in cui Isabel Allende e Concita De Gregorio ci hanno regalato un incontro carico di emozioni e davvero indimenticabile.

LUNGO PETALO DI MARE – ISABEL ALLENDE

FELTRINELLI

PREZZO DI COPERTINA: €19,50

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