I padri muoiono, lo sanno tutti che muoiono. Se muore un padre non fa nulla, basta che non muoiono i figli. Si dice così. E anche se muore una madre non fa nulla, basta che non muoiono i figli. Si dice così. A volte le madri se le dimenticano nel cimitero, le lasciano senza fiori.
Mezza nottata e mezza mattinata.
Questo è il tempo che ci è voluto per divorarlo, o per farmi divorare, ancora non ho capito.
La dedica è A Stefania, stella luminosa e lo so che non sono io, mica sono scema, però mi piace, tipo che è di buon auspicio e non mi era mai capitato di leggere una dedica a Stefania.
Scorrono i giorni della settimana, di una settimana, l’ultima dell’umanità e le storie dei protagonisti di un avvicendamento di follia e razionalità dove in realtà tutto è molto logico, tutto non fa una piega, tutto torna, pezzo dopo pezzo.
Un uomo si butta da un ponte e sparisce in un cespuglio di rovi.
Diventa concime. Diventa cibo per i topi, per i vermi, per i gatti, per i cani. Per lui sette giorni sono troppi.
Un altro ammazza il figlio scemo, ma le cose non vanno come dovevano andare.
Un testimone di Geova bussa di porta in porta, lasciando volantini e domandando l’uomo rovinerà completamente la terra? ma nessuno gli dà retta abbastanza per capire quello che sta succedendo.
Lo scirocco soffia che sembra non dover smettere mai, e quando c’è scirocco, si dice, c’è in giro il diavolo, il diavolo che ha fame di uomini e se li è venuti a prendere.
E così via, avanti, fino alla fine.
E, alla fine, mette pioggia.
L’Apocalisse che appare come un sollievo.
Nessuno è rimasto. Solo gli alberi, i giunchi appena nati che grondano sangue, si intrecciano tra loro e si espandono come la gramigna. Eppure, solo ieri, c’era un sacco di gente qui. Un sacco di gente che non sapeva dove andare ma andava. … Il cielo trema nero. La pioggia si fa più fitta. Picchia la terra. Ma sembra una carezza.
Mette pioggia, di Gianni Tetti, che sembra uno sciamano, lo apri, cominci a leggerlo e, dopo poche pagine, ti ritrovi all’interno dell’Apocalisse e non ne esci fino alla fine.
E ti viene caldo, quasi fai fatica a respirare, hai sete, senti la polvere in bocca, il collo tutto appiccicato di sudore, perché fa un caldo fottuto, non piove da giorni e, io non ci sono mai stata a Sassari o da quelle parti, ma pare che in certi momenti dell’anno lì faccia veramente un caldo che si muore.
METTE PIOGGIA – GIANNI TETTI
NEO. Edizioni
Prezzo: € 14,00