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Nella tana di Michaela Kastel

Nella tana di Michaela Kastel

Lo chiamiamo Varco del sole, il buco nero tra le rupi nel quale ci getta papà quando non facciamo i bravi.

La fossa scende per circa cinque metri nel ventre della montagna. La cavità in cui sfocia è stretta, ma per un bambino rannicchiato lo spazio basta senz’altro. In fondo al crepaccio ristagnano acqua e gelo, ma anche movimenti quasi impercettibili, che si colgono solo con gli occhi sbarrati per il terrore: le pietre che luccicano, le gocce che stillano, gli insetti che vivono a centinaia nelle fenditure e agitano piano le ali.

Ronja e Jannik vivono in una casa isolata, nel bosco, con il padre e altri fratelli più piccoli.

In realtà, colui che tutti chiamano papà, non è loro padre, è il mostro che li ha rapiti nel corso degli anni, che li tiene lontani dal mondo, è il mostro con cui hanno a che fare tutti i giorni, è quello che li getta in un buco nero tra le rupi, al buio, al freddo, in preda al terrore, ogni volta che non si comportano bene.

Ronja e Jannik sono i più grandi. Jannik c’era già quando è arrivata Ronja, poi c’è Nika, che è molto malata, tossisce e sputa sangue, ma non si può proprio portarla in ospedale, si capisce no? E ci sono anche Henna e Theo, loro sono i più piccoli, sono davvero piccoli, quelli che il mostro preferisce, ogni sera.

Ce ne erano altri, soprattutto bambine, i loro nomi sono ormai persi in una memoria lontana, sono quelle che non sono uscite vive dal buco e che adesso riposano in cima alle rupi, seppellite in una terra intrisa di sangue.

Un giorno, all’improvviso, qualcosa cambia, e sembra che finalmente si possa tornare a parlare di libertà.

Ma dopo anni di segregazione, di violenze, di orrori quotidiani, è possibile tornare alla vita normale? È possibile ricominciare a vivere fuori dalle regole che fanno ormai parte della propria esistenza, e dentro le quali, è assurdo, ci si sente protetti? Com’è il mondo là fuori? Cos’è l’amore?

Intanto, in città, c’è una poliziotta che non si dà per vinta e sceglie di seguire un istinto che le dice di andare a fondo, di trovare finalmente il bandolo di una matassa aggrovigliata nel corso del tempo.

Non è stato semplice, per me, leggere questo romanzo senza farmi sconfiggere dalla paura, una paura che nasce non dalle cose che il mostro ti può fare, ma molto di più da quello che il mostro può lasciare dentro di te, per sempre.

I mostri non se ne vanno mai, e spesso sono molto più vicino a noi di quanto possiamo immaginare.

Nella tana, di Michaela Kastel, è un romanzo che fa male, è un orrore nell’orrore, una storia in cui l’ordine naturale delle cose, delle emozioni, dell’umana ragionevolezza soccombe sotto la legge della sopravvivenza, stretto nella morsa indissolubile di un legame malato e irreversibile.

NELLA TANA – MICHAELA KASTEL

EMONS EDIZIONI

PREZZO DI COPERTINA: € 15,00

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