Perché ci innamoriamo?
Ho sempre pensato, nelle mie infinite fantasticherie, che noi tutti siamo dotati di un radar, un dispositivo nascosto chissà dove, che ci consente di intercettare quelle persone che andranno a creare un grande casino nella nostra vita.
Sono quelle persone che saranno in grado di sovvertire l’ordine delle nostre cose e per le quali, con le quali, vorremo vivere tutto, oltrepassare limiti che non considereremo più tali, andare oltre.
E staremo molto bene in questo oltre.
Diego scrive.
Non è uno scrittore di fama mondiale, ma il suo discreto successo, le presentazioni in giro per l’Italia, i corsi, gli consentono di vivere con quello che fa.
È un uomo che fa i conti tutti i giorni con i compartimenti stagni della sua vita: una separazione difficile, che gli ha lasciato solo cocci rotti e un rapporto irrecuperabile, e una figlia adolescente, con la quale sta ancora prendendo le misure cercando di capire come fare il padre senza rovinare sempre tutto.
Chantal, Sammi, ha una scuola di danza.
Non potendo essere una ballerina di professione, ha scoperto che l’insegnamento le piace molto e ha investito tutti i suoi averi, pochi, per seguire il suo sogno e aprire un posto tutto suo, in una vecchia fabbrica abbandonata.
Lui la incontra lì, per caso, un giorno in cui si trova al piano di sopra dello stesso open space per uno dei suoi seminari.
Bella, sinuosa, i capelli raccolti in una coda di cavallo e un sedere tornito, come le cose ben fatte.
La vita, alle volte, fa proprio schifo, una strada costellata di difficoltà e casini insormontabili.
Capita allora di trovare anime a pezzi che si incastrano alla perfezione, nella ricerca di un bene che aiuti a far fronte alla disperazione.
Diego e Sammi, lui con i suoi compartimenti stagni, quelle zone oscure che sanno di fallimenti, lei appena uscita da una storia che l’ha ridotta ai minimi termini, e con i debiti per pagare il mutuo di una scuola di danza che non funziona, emblema di un altro dei tanti disastri della sua vita, si trovano e prendono fuoco in una relazione in cui il sesso e il desiderio dell’altro sono il motore trainante per un amore nudo e crudo, che sa di selvatico, privo di fronzoli e inutili parole, ricco di fiato corto e fantasie erotiche che diventano realtà.
I debiti di Sammi diventano insostenibili, a nulla servirà un secondo lavoro come commessa in un negozio di cosmetici.
C’è solo una soluzione, e la proposta arriva proprio da lei: aprire la porta a sconosciuti. Ottanta euro mezz’ora, centocinquanta un’ora.
Lei riceve e guadagna, stacca il cervello, c’è solo il corpo, non si fa turbare, anche quando tutto sembra insopportabile, gli odori, le chiacchiere da psicologia spiccia, i tentativi di qualche cliente di avere qualcosa di più.
Lui sta lì, dietro una porta verde, a vigilare, organizzare, controllare, guardare, amare.
Un amore che si spinge sempre più in là, un rapporto alla mercé di una decisione che sa di dovere e di perversione.
I limiti spostati sempre un po’ di più, sempre un po’ più avanti, fino a quando la vita non ti mostra il conto da pagare.
Ottanta rose mezz’ora è un romanzo diretto e sincero, che non dà spazio al giudizio morale, una storia pulita e struggente, un Cristiano Cavina a cui si vuole, per forza, sempre più bene.
OTTANTA ROSE MEZZ’ORA – CRISTIANO CAVINA
MARCOS Y MARCOS
PREZZO DI COPERTINA: € 17,00