Un dolore che non passa, frantuma la vita in mille pezzi e la rimodella sulla sua forma.
È questo che succede a Sara e a Pietro, dopo la perdita del figlio. Ad Angela e Amelia, dopo la perdita del fratello.
Sono passati vent’anni da quella tragedia, ma per Sara il tempo si è fermato, quel figlio è l’unico pensiero che può aver spazio nella sua vita, un’esistenza bloccata che la porta a dimenticarsi di tutto il resto, del marito, delle figlie, a non alzarsi più dal letto e a vivere con l’unica folle speranza di vederlo riapparire, un giorno, sulla porta di casa. Un’illusione che le consuma il cuore fino all’ultimo brandello.
Pietro non si dà pace, vive tra il freddo di un amore coniugale spento, soffocato da quella perdita, e i sensi di colpa per non aver fatto nulla che potesse evitare la tragedia, per non aver sostenuto il dolore di Sara, per non essere in grado di perdonare il figlio.
Angela e Amelia che provano ad andare oltre, tentando la costruzione di una vita accettabile nonostante tutto.
Una famiglia spezzata, che si spinge avanti come può, trainata dalla tristezza, dai rimorsi e dalle bugie che vogliamo raccontarci quando abbiamo bisogno di far entrare almeno un filo d’aria nei polmoni oppressi.
Solo un ragazzo è la storia di una vita incastrata tra il non detto e l’apparenza di una normalità che serve a non guardare, a non aprire gli occhi prima che sia troppo tardi, e, quando il tardi arriva, il peso delle conseguenze diventa insostenibile.
È solo un ragazzo…lo diciamo sempre.
È la storia dell’impossibilità di un genitore di porre ai propri figli quell’indicibile domanda chi sei tu veramente? Una domanda che nasconde in sé ulteriori spaventosi interrogativi che, se solo pronunciati ad alta voce, farebbero detonare risposte che non si vogliono sentire.
È la storia di un figlio che si porta appresso il grande fardello del non riuscire a vivere, di un ragazzo che non riesce a trovare il suo posto nel mondo e che non fa altro che chiudersi e cercare una via di fuga in una solitudine anelata fino alla bramosia.
Una chiusura e una solitudine che non bastano, che sfociano nella malvagità e portano danni irreparabili.
È la storia di una perdita che non diventerà mai assenza, al contrario, sarà sempre una presenza gravosa, quasi visibile, quasi palpabile, forse reale.
Dopo aver amato La vita felice, torno a perdermi tra le pagine di un’autrice che, con una scrittura che non riesco a definire se non meravigliosa, dà vita a storie che si insinuano nell’anima, riesce a farti entrare in ogni personaggio, a rendertelo caro, ti fa porre quesiti scomodi e spesso dolorosi. E poi le risposte sono lì, nascoste nel coraggio di una domanda.
Solo un ragazzo, di Elena Varvello, è una storia altissima e potente, che scava profondamente nel dolore, nell’amore, in quel mondo complicato e mai definito che è l’adolescenza e in quel peso insopportabile che può essere il senso di colpa di un genitore, un peso che non ha pari.
SOLO UN RAGAZZO – ELENA VARVELLO
EINAUDI
PREZZO DI COPERTINA: € 18,50