Dennis è in carcere, nel penitenziario di Pentonville, ha 23 anni e non doveva andare così.
E allora lui ce lo racconta.
Ripercorre per noi tutti gli eventi che lo hanno portato a diventare un detenuto.
Siamo a Brixton, quartiere periferico del sud di Londra, dove la vita è sopravvivenza quotidiana.
Dennis rivive come in un flashback i momenti della sua esistenza che lo hanno portato in carcere.
La legge del crimine, l’amico morto e il desiderio di vendetta, la donna che ama e il desiderio di riscatto, di meritare quell’amore.
Dennis sa scrivere, sa scrivere bene, lo dice anche l’insegnate di inglese, in carcere, che si offre di aiutarlo.
“L’insegnante d’inglese dice che dovrei scrivere la mia storia e si è offerta di darmi una mano. Ma all’inferno il suo aiuto, a me non serve. Presuntuosa del cazzo. Che perché sono nero non le è neanche venuto in mente che magari so scrivere bene, non ha pensato che posso avere un cervello che funziona. Quando smonta dal turno magari ha voglia di raccontare ai suoi amici bianchi e alla sua famiglia come sta aiutando con l’inglese i poveri, emarginati fratelli neri. Datti fuoco! L’unico modo in cui può essermi d’aiuto è lasciarmi in pace, così posso continuare a raccontare la mia storia.
E così scriverò un resoconto onesto di cos’è realmente accaduto nella mia vita, gli errori che ho commesso, le occasioni che ho avuto, e di come sono finito in questo posto sudicio. Spero solo che mia madre non lo leggerà”.
Comincia così la storia di Dennis Huggins che vi porterà a percorrere quelle strade, a trovarvi dentro questo o quell’evento, a sporcarvi le mani, a pregare, a ballare, a piangere, ad amare e a desiderare di uccidere.
Tranquillo, fratello! di Alex Wheatle è un romanzo coinvolgente ed emozionante, con una colonna sonora tutta reggae e hip hop che, se fate bene attenzione, la potete sentire. E potete anche ballare, se siete neri, perché i bianchi, si sa, non sanno ballare per un cazzo.
“Fu circa in quello stesso periodo che smisi di avere amici bianchi. Niente a che vedere con questioni razziali. È solo che abbiamo gusti musicali diversi. Alla maggior parte dei bianchi piacciono gli Oasis, i Coldplay e cagate del genere, si sa, musica che non ti richiede di alzarti in piedi e ballare. A loro piace quella stronzata di suonare la chitarra per finta. Noi amiamo l’R&B, l’hip hop e il reggae… il nocciolo della questione è che la maggior parte dei fratelli bianchi che conosco non sa ballare, proprio come la maggior parte dei neri che conosco non sa nuotare.”
TRANQUILLO, FRATELLO! – ALEX WHEATLE
EDIZIONI SPARTACO
PREZZO DI COPERTINA: € 15,00