Ascanio Celestini, uomo affascinante che ho cominciato ad amare con La pecora nera, si racconta, in questo libro che è un’intervista, ma che si presenta per lo più come una chiacchierata.

I temi sono molti, la guerra, la famiglia con tutte le sue tradizioni ed eredità morali, i ricordi dell’infanzia, il teatro, il suo matrimonio, gli incontri importanti,i migranti, pezzi di storia passata e presente, punti di vista che si scollano dalla massa, che vanno controcorrente, che sembra un po’ come guardare dall’alto un’autostrada a tre corsie piena di berline aerodinamiche e rimanere ipnotizzati da una piccola 500 del 1967 che procede per conto proprio.

Mi ha strappato un sorriso malinconico quando ho letto di zia Fenisia, sorella della nonna materna, che levava le fatture e raccontava storie di streghe, perché è un po’ la storia della mia famiglia, le mie zie materne, tutte, hanno questa cosa, che si tramandano da cento vite, questo potere di togliere il malocchio, ognuna a modo suo, chi con l’acqua e l’olio, chi con gli sbadigli, chi con incantesimi recitati a bocca quasi chiusa e in religioso silenzio, tanti modi diversi accomunati però da un unico denominatore: si può trasmettere esclusivamente ad altre donne della famiglia e una volta sola nella vita, in un solo giorno specifico, la notte di Natale.

Questa capacità di zia poteva essere trasmessa soltanto una volta nella vita in un giorno che mi sembra fosse la notte di Natale.

Un anarchico in corsia d’emergenza di Ascanio Celestini e Maria Laura Gargiulo è un saggio che si legge piacevolmente e che va a toccare le corde del cuore.

UN ANARCHICO IN CORSIA D’EMERGENZA – ASCANIO CELESTINI, MARIA LAURA GARGIULO

LATERZA
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