È da qui che sono ripartita, prima di tornare a Holt per l’ultima volta.
Non lo avevo ancora letto e ne ho approfittato per ingannare l’attesa e per regalarmi, ancora una volta, un viaggio indimenticabile.
Vincoli è il primo romanzo di Kent Haruf, in ordine di pubblicazione, è quello che sancisce l’arrivo in un luogo che non appare in nessuna carta geografica, ma che abbiamo imparato a conoscere e ad amare, a desiderare di raggiungere, a sentire di farne parte.
È un romanzo che racconta quei legami che determinano e condizionano un’intera esistenza, quei legami che non sono solo le nostre radici, ma, soprattutto, le nostre catene, quei legami, resi saldi da una forza oscura, che ci costringono ad una vita di rinunce e di infelicità.
Siamo nel 1977, Edith Goodnough giace in un letto d’ospedale in attesa di essere processata. Pochi mesi prima, la casa dove viveva con il fratello Lyman, è stata distrutta da un incendio.
A Holt arriva un cronista, per indagare sull’accaduto. Si rivolge al vicino di casa dei Goodnough, Sanders Roscoe, che non ha proprio niente da dire, a lui, sulla faccenda, e lo caccia a malo modo, intimandogli di non farsi vedere mai più.
La storia, però, deve averla comunque raccontata qualcuno, a quel giornalista, e, infatti, è finita in prima pagina.
La voce di Sanders Roscoe parte da qui, si rivolge a noi, proprio noi che stiamo leggendo, e ci catapulta lontano nel tempo: è il 1896, Roy e Ada Goodnough arrivano a Holt, Colorado, dall’Iowa, in cerca di terra e fortuna. Tutto doveva ancora essere scritto e tutto sembrava una promessa.
La vita, però, si sa, il più delle volte prende strade che non avremmo mai considerato, il destino si accanisce, e niente di ciò che avevamo sperato va come dovrebbe andare.
Roy Goodnough reagisce al destino avverso diventando un presenza crudele, negativa, totalmente soggiogante. I suoi sogni e le sue speranze si sono infrante, giorno dopo giorno, di conseguenza, i suoi figli non avranno mai un futuro da desiderare.
La vita che gli si è rivoltata contro, sarà la stessa e l’unica che dovranno vivere anche Edith e Lyman, vincolati dagli eventi e da un codice morale non scritto, ma indiscutibile, a non poter lasciare la fattoria, a dover ogni giorno occuparsi di tutto, prigionieri senza sogni e speranze.
Così, quando dico che erano intrappolati, non intendo un pochino intrappolati. Non come se avessero messo un piede nel fango e per uscirne bastasse fare uno sforzo, e una volta fuori, l’unica perdita fosse quella di un bel paio di scarpe nuove nel fango. No, intento totalmente intrappolati. Come se fossero immersi nel fango fino al mento, fino agli occhi, al di là di ogni possibile sforzo. Come se potessero muovere solo le braccia ogni tanto e girare la testa di qualche grado, ma non potessero uscire, e l’unica cosa che si vedeva in qualsiasi direzione, quando riuscivano a girare la testa ancora un po’, fosse altro fango. Sempre lo stesso.
La vita di Edith si lega a quella del padre di Sanders, John Roscoe, in un amore che non ha nemmeno il tempo di nascere, immediatamente stroncato da quel padre terribile, e che rimarrà per sempre chiuso in quei due cuori infranti.
La voce di Sanders Roscoe, attraverso la quale Kent Haruf ci racconta una storia che affonda le radici in una terra che ha il potere di assorbire l’anima dei suoi figli, ci accompagna in queste pagine in un canto di memoria, ci svela l’oscurità di sentimenti che possono diventare atroci e infliggere le peggiori ferite, ci narra una vita passata in attesa di qualcosa che non potrà mai arrivare, che non potrà mai cambiare, una vita dalla quale sembra proprio impossibile fuggire.
Vincoli, in tutta la sua disarmante e dolorosa bellezza, nel suo narrare la potenza del legame tra l’uomo e la terra, è davvero il travolgente preludio a tutta la meraviglia che abbiamo incontrato nella Trilogia della Pianura.
VINCOLI. ALLE ORIGINI DI HOLT – KENT HARUF
NNEditore
Prezzo di copertina: € 18,00